domenica 31 luglio 2011

Un'estate che attende la neve

Quanti anni sono che non vai in vacanza da solo? Una vacanza intera, la Vacanza, intendo, quella d'estate, quella lunga...
Mi faccio questa domanda. Devo tornare indietro tanti, tanti anni. Devo ritornare ai tempi della mia tarda adolescenza, perché il periodo dell'università, ahimè, richiedeva l'estate attaccata ai libri per poter restare in corso, potendo usufruire di una misera settimana a cavallo fra fine luglio ed inizio d'agosto, se si riusciva, perché i professori di divertivano a mettere l'appello ai primi giorni di settembre.

Bisogna costruirsi le prospettive. Individuare i desideri, discernere le aspettative. Tutto questo è nascosto in quei libri che mi sono portato appresso. La chiave è chiarissima: leggere, ascoltar musica, prendere il sole, riposare. Ho scelto una meta che non mi offra il desiderio di girare per esplorarla, proprio per potermi mettere pigramente in spiaggia a non far nulla, se non leggere. La lettura come carica batterie, come piena contrapposizione all'ubriacatura del movimento, per preferirgli la consapevolezza del pensiero.

E' strano: è la prima volta da tantissimi anni che attendo con piacere le fredde giornate d'inverno, passate a leggere seduto nella bergère ascoltando musica.

2 commenti:

Nihil ha detto...

Niente movimento, nessuna esplorazione nei dintorni della vita sociale comune, silenzio e libri, libri e viaggi mentali. Sì credo di capire e apprezzare. Ho voglia di Bach, chiudo qui e vado ad accendere lo stereo...magari leggendo atraverso un po' di ere geologiche. Ne ho bisogno.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Qui alle Canarie Bach è nel suo habitat. Terra arida, scolpita nella lava e nell'accecante color della sabbia. Per questo avevo scelto Richter, e le Goldberg originali per clavicembalo. Quelle Goldberg che non sono mai riuscito a suonare..