martedì 30 agosto 2011

Dies Irae?

Mettiamo subito in chiaro una cosa: io non ho riscattato gli anni di università, né ho fatto il militare. Non ho quindi interessi da difendere in questa discussione. Oggi però mi sento fortemente indignato dalla manovra del governo sulle pensioni.
E' evidente che abbiamo problemi grossi, e che bisogna fare degli sforzi. E' altrettanto evidente che abbiamo una classe politica pletorica e francamente incapace, e che abbiamo una quantità di evasione che ci pone al livello dei peggiori paesi mondiali (altro che settima economia mondiale, lasciamo perdere).
In una situazione di questo tipo bisognerebbe dare un segnale forte, chiaro, su tutti i fronti. Invece oggi che cosa ha partorito il vertice di un nullafacente (Bossi) e di un pluriinquisito e pregiudicato (Berlusconi)? Una presa per il culo con l'abolizione delle province (invece di una legge semplice che le abolisse o ne riducesse drasticamente il numero - legge efficace da subito) mediante legge costituzionale, che sarà efficace fra due anni se tutto va bene (ma finirà prima la legislatura, e tutto ricomincerà dalla casella uno), e lo stesso vale per la riduzione dei parlamentari. Nel frattempo, attivo da subito, si truffa chi ha pagato - poco o tanto non è il problema ora - il riscatto degli anni di università, per poter andare in pensione più giovane, equiparandone l'età a quella di un diplomato.
Indipendentemente dal fatto che sia giusto o sbagliato consentire di riscattare gli anni di università - e lo stesso governo nel 2008 ha fatto una legge che incentivava l'operazione - la norma esisteva, il contratto fra il cittadino e lo stato era stato stipulato, e il cittadino pagava per avere quel servizio. Ora, questo se ne esce dicendo che si scherzava tutti, che chi ha dato ha dato, e finiamola lì. E, per assurdo, rifiuta di andare a prendere altri soldi da chi ha truffato la comunità esportando illegalmente capitali, sostenendo che era stato stipulato un patto fra lo stato e il contribuente infedele. Straordinaria logica: il patto va rispettato con il malfattore, mentre con il cittadino onesto no.

Nessuna azione concreta è prevista per il recupero dell'evasione: solo le fantasie populiste alla Calderoli, che non hanno un minimo di concretezza. Bastava fare un'indagine fiscale su chi, incrociando parametri già abbondantemente a disposizione della pubblica amministrazione, risulta evidentemente fuori media (indagine fiscale, non richiesta di pagamento. Non è detto che un'analisi statistica provi la colpevolezza, ma molto spesso permette di trovare un evasore altrimenti non identificabile). Già, bastava fare qualcosa del genere. Bastava dare ai comuni la possibilità di condividere il recupero dell'irpef evasa andando ad analizzare i tabulati (che sono pubblici ma non pubblicabili, chissà perché) delle dichiarazioni dei redditi. Quando Visco aveva messo su internet le dichiarazioni dei redditi, ho fatto alcune analisi a livello della cittadina dove abito, e ho scoperto cose allucinanti. Quanto potrebbe scoprire un comune incentivato al recupero dell'irpef?

No, ci becchiamo provvedimenti alla viva il parroco, che non passeranno perché anticostituzionali, e nel frattempo i mercati economici ci daranno la spintarella finale (già, perché sta schifezza non basta per coprire il fabbisogno). Di tagli agli sprechi veri, enormi, nisba.

Ma quello che mi stupisce di più è l'abulia degli italiani. Quanto rimpiango i tempi nei quali per molto meno si scendeva in piazza e si riconduceva a più miti consigli una casta di mandarini decotti - se non malfattori.



martedì 23 agosto 2011

Montagna

Il caldo oppressivo di questi giorni mi fa sognare la montagna. Io ci ho abitato in montagna, da bambino, per dieci anni. Ti forma il carattere, almeno un po'. Ti abitua al freddo intenso, alle estati dolci, ai percorsi obbligati e alla fatica delle salite.

Abito in pianura da moltissimi anni. Eppure questa voglia di montagna, di montagne, ogni tanto se ne esce. Il mio respiro non mi permette più le camminate leggere di una volta, né in fondo mi interessano più di tanto. Non mi piace la gara, il confronto, la meta. Mi piace godere, invece, quello che sa dare. Guardo con curiosità quelli che "oggi siamo stati qui, 3 ore di salita, 800 metri di dislivello, bla bla bla": io credo che non sappiano godere quello che hanno attraversato. Tanto vale, questi exploit, farli su un tapis roulant che consente loro anche di regolare millimetricamente le pendenze.

No, io credo che sia bello guardarsi attorno, fermarsi. Fotografare. Respirare quel profumo sempre diverso, ascoltare quel canto del vento nei larici. Allora credo che valga la pena salire per i sentieri, e la meta assume l'importanza non relativa alla fatica o alla conquista, ma per quello che ti sa raccontare.

Quest'anno volevo ascoltare una montagna. Anche stavolta non è stato possibile. Non tutti i percorsi sono aperti


sabato 13 agosto 2011

Letture della spiaggia

In sottofondo c'è love story. Che altro ci si può aspettare in un albergo la cui clientela è composta principalmente da tedeschi, tutti uguali. Coppiette trentenni con lei sempre molto carina, bionda, fisico da urlo e una certa ricercatezza nel vestire, mentre lui ha di solito quell'accenno di pancia che si svilupperà nei prossimi anni, e quello stile tamarro che i maschi tedeschi non sanno abbandonare.

In questo contesto, che lascerò domani, vorrei però parlare di libri. Ho colmato una lacuna e ho letto "il giovane Holden", dopo aver letto "alzate l'architrave, carpentieri. Seymour, introduzione". Beh, anche stavolta ho finito il libro con un senso di frustrazione. Non so se sono io che non possiedo le chiavi di lettura, oppure se le mie aspettative sono così diverse da darmi la sensazione di aver letto pagine imbrattate. La frustrazione è stata massima con "Seymour", nel quale ho riconosciuto un tentativo si stream of consciousness che però non ha molto a che fare con quello ben più strutturato di Joyce - che tuttavia mi annoia. Qualcuno mi parlava di ironia: ben poca ne ho trovata, e comunque forzata. Francamente la sensazione che mi sono fatta è che in fondo si tratti di uno scrittore enormemente sopravvalutato.
Soprattutto se confronto con un altro romanzo che ho letto rosolandomi al sole in questi giorni: la versione di Barney. Tutt'altra musica: sagacia, storia, analisi dei personaggi, trama. Un gran bel romanzo, anche se la soluzione del rebus è sbagliata, storicamente e tecnicamente. Lo consiglio vivamente.

lunedì 8 agosto 2011

Cardenal Mendoza

C'è snobismo nell'ascoltare le Goldberg in spiaggia, affondato on una buca antivento, con in mano un libro notevole?
Forse si. Oppure è solamente una forma di riappropriazione della vita. Ed ora, un Cardenal Mendoza nel bicchiere da brandy, vivo serenamente l'ennesima serata da solo in vacanza, pensando che in fondo la solitudine non è una novità per me.

Il profumo è intenso, potente. Dovrò procurarmelo per le sere d'inverno, libri musica e gatta. Una solitudine piena di compagnia. Di me stesso