La spiaggia di ciotoli, a mezzaluna, contornata da quelle strane casette, ripeteva ritmicamente lo sciacquio del mare. Una voce continua, una nenia carezzevole, che faceva lentamente addormentare.
Il vociare sommesso dei bagnanti. I sorrisi di piacere forzato, o quelli di gusto abbandonato alle giornate pigre. Come il suono delle canzone più triste che conosca che parla del mare, quel sapore di sale che ha dentro di sé la il gioire ed il dolore dell'assenza nella presenza. Quel "sapore un po' amaro / di cose perdute" mentre le stai vivendo, segno della contraddizione.
La spiaggia, dicevo. Il calore saliva, lento, nel fuoco del mezzogiorno. Loro due venivano, dal fondo. Lui rabbuiato in viso, avanti, lei lacrimando, dietro. La loro completa nudità strideva assurdamente con l'espressione dei loro visi, pieni di quella pena che solo l'amore può regalare.
Solo qualche sera prima, nella bolgia della festa, li avevo visti insieme, ballare un flamenco figurato che solo due persone innamorate possono interpretare così. Gli occhi negli occhi, muovendosi come due duellanti, orbitavano l'uno attorno all'altra, sistema stellare gemello, individualità che si calamitavano in un'unione fatta di attrazione, di sensualità, di cuore, di mente. Ricordo, il mio sguardo si nutriva di quella loro magia, felice per loro e triste per l'assenza di questa nella mia vita.
La trasformazione totale, completa, di questo loro rapporto mi aveva colpito nell'anima. Come era possibile che tanto amore, tante cose così belle che vedevo in loro, potessero svanire nell'arco di poche ore?
Quante volte, da quel giorno, ho visto sciupare il bello.
Il vociare sommesso dei bagnanti. I sorrisi di piacere forzato, o quelli di gusto abbandonato alle giornate pigre. Come il suono delle canzone più triste che conosca che parla del mare, quel sapore di sale che ha dentro di sé la il gioire ed il dolore dell'assenza nella presenza. Quel "sapore un po' amaro / di cose perdute" mentre le stai vivendo, segno della contraddizione.
La spiaggia, dicevo. Il calore saliva, lento, nel fuoco del mezzogiorno. Loro due venivano, dal fondo. Lui rabbuiato in viso, avanti, lei lacrimando, dietro. La loro completa nudità strideva assurdamente con l'espressione dei loro visi, pieni di quella pena che solo l'amore può regalare.
Solo qualche sera prima, nella bolgia della festa, li avevo visti insieme, ballare un flamenco figurato che solo due persone innamorate possono interpretare così. Gli occhi negli occhi, muovendosi come due duellanti, orbitavano l'uno attorno all'altra, sistema stellare gemello, individualità che si calamitavano in un'unione fatta di attrazione, di sensualità, di cuore, di mente. Ricordo, il mio sguardo si nutriva di quella loro magia, felice per loro e triste per l'assenza di questa nella mia vita.
La trasformazione totale, completa, di questo loro rapporto mi aveva colpito nell'anima. Come era possibile che tanto amore, tante cose così belle che vedevo in loro, potessero svanire nell'arco di poche ore?
Quante volte, da quel giorno, ho visto sciupare il bello.