venerdì 27 maggio 2011

Attrazione, amore e altre sciocchezze

La spiaggia di ciotoli, a mezzaluna, contornata da quelle strane casette, ripeteva ritmicamente lo sciacquio del mare. Una voce continua, una nenia carezzevole, che faceva lentamente addormentare.
Il vociare sommesso dei bagnanti. I sorrisi di piacere forzato, o quelli di gusto abbandonato alle giornate pigre. Come il suono delle canzone più triste che conosca che parla del mare, quel sapore di sale che ha dentro di sé la il gioire ed il dolore dell'assenza nella presenza. Quel "sapore un po' amaro / di cose perdute" mentre le stai vivendo, segno della contraddizione.

La spiaggia, dicevo. Il calore saliva, lento, nel fuoco del mezzogiorno. Loro due venivano, dal fondo. Lui rabbuiato in viso, avanti, lei lacrimando, dietro. La loro completa nudità strideva assurdamente con l'espressione dei loro visi, pieni di quella pena che solo l'amore può regalare.
Solo qualche sera prima, nella bolgia della festa, li avevo visti insieme, ballare un flamenco figurato che solo due persone innamorate possono interpretare così. Gli occhi negli occhi, muovendosi come due duellanti, orbitavano l'uno attorno all'altra, sistema stellare gemello, individualità che si calamitavano in un'unione fatta di attrazione, di sensualità, di cuore, di mente. Ricordo, il mio sguardo si nutriva di quella loro magia, felice per loro e triste per l'assenza di questa nella mia vita.
La trasformazione totale, completa, di questo loro rapporto mi aveva colpito nell'anima. Come era possibile che tanto amore, tante cose così belle che vedevo in loro, potessero svanire nell'arco di poche ore?

Quante volte, da quel giorno, ho visto sciupare il bello.

mercoledì 25 maggio 2011

ElasticaMente

- Hai mai guardato un viso che conosci, girato al contrario?
- No, perché?
- Beh, se lo osservi, ti rendi conto che non sai associarlo più alla persona a cui appartiene. Vederlo in una situazione inusuale fa si che tu non lo riconosca più. Quel Gianni, che tu vedi ogni giorno, ora è indecifrabile, diverso, irriconoscibile. Lui, così abituale nella tua vita, ora ti è totalmente alieno.
- Embè?
- Pensaci. Gianni è sempre Gianni, ma per te è diventato un'altra cosa. Un extraterrestre, un essere orrendo ed indecifrabile
- Non ti capisco, sai?
- Eppure è così semplice. Lui per te è altro. Un'altra cosa, solo perché è messo a testa in giù. Eppure è sempre lui. Lui non è cambiato. Sei tu quello che sei cambiato.
- Io?! Ma stai delirando...
- Certo. Sennò perché Gianni sarebbe diventato un alieno per te? Abbiamo appena detto che Gianni è sempre quello, quindi chi è cambiato sei tu. E' evidente, no?
- Tu sei pazzo! Tu non sai quello che stai dicendo!
-  No. Sei tu che non sai fare il pipistrello.
- Pipistrello?
- Si. Non sai vedere le cose nella loro essenza. I pipistrelli lo fanno.
- Eh?!
- Loro non si fermano all'assetto, al su, al giù. Loro riconoscono la forma indipendentemente dalla posizione. Sono meglio di te.
- Non voglio essere un pipistrello. Mi fa schifo l'idea.
- Spesso fa schifo pensare. Paura, addirittura. Ci vuole coraggio a riconoscere nella forma stravagante il viso di Gianni....
- Già...
- E così tu preferisci non riconoscerlo. Lasci che sia un pipistrello a fare il lavoro per te.
- Ma che c'entra il pipistrello, ora? Lui non conosce Gianni!
- Lo conoscerà :) Ma tu no...