lunedì 27 febbraio 2012

Solitudine matematica

"Ah, bene... si, guardalo lì... E' molto più tranquillo ora"
Sono seduto sul lettino. L'urologo, mio amico, mi sta passando la sonda dell'ecografo sul rene sinistro.
"Eccolo li il bastardo. Però si vede che è molto più tranquillo..."

...
...
"Scusa, Giovanni... io la colica ce l'ho avuta al rene destro... Mi stai dicendo che ho un calcolo anche a sinistra, per caso?"
 "Si, certo!"
 "Beh, almeno l'altro calcolo non si sentirà solo, poverino...."


Che inutile primavera....

Ieri phoen, il vento secco e caldo che scende dalle alpi, pulisce l'aria e ti fa capire che abiti in una valle. Una grande valle.

La gatta sente la primavera. Ha passato il giorno fuori, sul balcone, ad annusare gli odori di natura che si risveglia. Alla sera il primo gatto ha cominciato il richiamo primaverile, il maooooo lamentoso del gatto in amore.

Luce. Luce, finalmente. Voglia di vita, contrapposta a silenzi, ad assenza, a domande. Inutili, come questa primavera.


sabato 25 febbraio 2012

Io valgo

Camminavo con lei, e parlavamo. Era passato tempo dal nostro primo incontro, poco più a valle, sul fiume. Ora parlavamo tranquilli, o meglio, consci.

Un labirinto nel quale poche cose sono chiare, e forse anche quelle nemmeno tanto, come in tante cose della mia vita. La costruzione di fronte a noi, che sbarra il fiume e ne sfrutta le rapide, è uno dei miei luoghi da bimbo. Abitavo poco distanze, in un'altra centrale elettrica, meravigliosa, quando ancora l'industria e il gusto artistico non avevano divorziato per divergenza di interessi. Ho vaghi ricordi di allora: il fiume, il verde estivo, la frescura dell'acqua, il giardino davanti a quella meravigliosa costruzione.

I pensieri e le parole si intrecciano. I percorsi della memoria mi accompagnano tornando nella mia vita odierna. Immagini di ciò che è trascorso, di ciò che non è più, di ciò che non può essere. Di chi vorrebbe e non può, di chi potrebbe e non vuole. E una certezza. Come dice una persona a me carissima, io valgo.


Quisquis me nolit, ne me quidem meret.


giovedì 23 febbraio 2012

Il neutrino impigrito

E alla fine, dopo sei mesi, anche i neutrini hanno rallentato un pochino. Ricordate? Faceva ancora caldo, forse troppo per essere la fine di settembre, e da un gruppo di ricerca uscì la notizia bomba: misurati neutrini che corrono più veloci della luce.

Forse non ricordate l'evento, ma ricordate benissimo Mary Star Gelmini che se ne uscì con quel favoloso comunicato rivendicando a se il merito della costruzione del tunnel fra il Gran Sasso ed il CERN di Ginevra, tunnel nel quale i neutrini giocano a sorpassarsi... Povera Mary Star! Improvvida nella sua ignoranza sesquipedalia.

Ora, come era abbastanza logico, si è cominciato a scoprire dove stava l'errore di misura. Un piccolo errore, sufficiente per riportare la velocità di queste evanescenti particelle a quello previsto dalla teoria. In effetti, se la scoperta fosse stata vera, sarebbe crollato di botto non solo il castello della fisica (e a quel punto, chissenefrega! la scienza è fatta proprio di questo, di modelli che spiegano la realtà fintanto che un elemento che sfugge non viene spiegato da un modello più raffinato), ma addirittura tutta una serie di concetti che travalicano la fisica intesa come scienza, e trabordano nella metafisica, andando ad intaccare concetti come il tempo, la consecuzione fra causa ed effetto (se viaggiassi più veloce della luce, potrei arrivare prima di essere partito, in altri termini, potrei essere il padre di me stesso, uccidere mio padre prima che mi generi, e così via paradossando) e altre amenità del genere.

Però, pensandoci prima, magari si potrebbe scavare il tunnel da Ginevra al Gran Sasso, così da risparmiare figuracce mitologiche a qualche ministro ignorante....


martedì 21 febbraio 2012

Crepe dietro le lenti

M. mi chiama per sapere che fine ho fatto, e se mi sono iscritto al corso di storia dell'arte. La rassicuro, non me ne son dimenticato. M. è un'artista frustrata. Ha un intuito artistico notevole, conosce approfonditamente buona parte dell'arte figurativa europea, e la conosce non per averla vista, ma per averla compresa, assimilata.

Nella sua vita ha fatto tante cose, lo so. Ha fatto la grafica artistica per le seterie di alto livello della comasca, quando queste erano uno dei vanti del made in Italy. Tuttora fa cose da matti: qualche mese fa abbiamo discusso a lungo su come fare e decorare una meridiana da dipingere su di una casa di amici. Affresco? le chiedo. E lei "fossi matta! mica deve vivere in eterno!".

M. è nonna, e capisco che non ne ha molta vocazione. Ho fatto molta fatica a darle del tu, visto che ha parecchi anni più di me. Ho sempre percepito una profonda inquietudine in lei, anche quando mi parla del suo "tipo", un arzillo ottantacinquenne che insidia le sue virtù, mentre lei vuole condividere la sua cultura yiddish ma non le lenzuola. Forse.

Ieri sera mi diceva che suo figlio aveva un potente raffreddore. Non ho perso occasione per prenderla bonariamente in giro, curare il figlio quasi mio coetaneo come fosse un bimbo. E lei mi racconta una parte della sua vita. Nulla di nuovo, una storia comune, ripetutasi milioni di volte nella storia. La storia di una madre non pronta a far la madre, di un figlio di Ogino e delle regole che ti impongono scelte alle quali non sei preparato. Di sensi di colpa e di relazioni genitoriali sbagliate. Di cordoni ombelicali che non si sa, o forse non si vuole recidere.

E allora mi par di intuire qualcosa dietro quei silenzi improvvisi, quelle assenze di un'anziana signora apparentemente forte e volitiva, ma con grandi crepe dietro gli occhiali dalle lenti leggermente affumicate.


mercoledì 15 febbraio 2012

Pulizia

E così pensi di aver fatto pulizia. Questo mese di febbraio ti è servito per togliere dal tavolo tutto quello che ci stava sopra. Quelle cose che lasciavi li a circolare, gli indistinti che ti parlavano e non sapevi come aggregare.

Una cosa alla volta l'hai affrontata. Hai fatto quello che doveva essere fatto. Hai detto dei no, hai detto dei si. Ti sei distaccato, ti sei avvicinato. Hai perso la retta via e l'hai ritrovata. Hai scelto, tante volte, e talvolta in contraddizione.


Pensavi di trovare ora un bel piano bianco, marmoreo. Hai scoperto che non è così. Il tuo piano d'appoggio ha una texture fitta, piena di anfratti, di ghirigori, di percorsi che non portano a nulla.

Valeva la pena affrontare il peso di pulire tutto? Non sarebbe stato meglio tener le cose così, mentendo anche verso sé stesso, pur di aver la gratificazione di ciò che si può avere per rapina, raccontando frottole (che per inciso sono una forma musicale antica)?




lunedì 13 febbraio 2012

Dal nuovo mondo

Come il cane, laggiù... sul nuovo mondo




Mare in prua

E venne il giorno della sua rinascita. Dopo mesi di recupero, lento ma costante, Giovanni ce l'ha fatta a riprendersi. E oggi ha voluto fare un rinfresco con gli amici, per festeggiare questo ritorno in vita.

Una cantina con volta a botte, in una delle poche cascine rimaste intatte nell'immediata periferia di Milano. Una stanza piena di gente, ne conoscevo si e no la metà. Tante storie, tanti incroci.
Mi chiedono chi sono, da quando conosco Giovanni. Già, da quando.... la Regata bianca, era l'88. Sono 24 anni, eravamo entrambi due sbarbatelli, lui mio cliente, io giovin di bottega. Lavorava in un'azienda che non esiste più, e che, ovviamente, era uno dei fiori all'occhiello della tecnologia italiana. Venduta ad una società francese...
Qualche anno più tardi decidemmo di far la patente nautica assieme. Era il 94. Quante volte da allora siamo usciti in barca assieme, lui più basso di me ma tutto muscolo, ed energia inesauribile. Molto più allenato e più addentro alla vela di me, tuttavia chiedeva sempre il mio parere quando c'erano punti critici in barca. Doveva sempre fare qualcosa, fosse anche solo tagliare il salame per fare uno spuntino (quanti spuntini si fanno in barca...). E spesso l'incomprensibile linguaggio marinaro si arricchiva di preziosità nel nostro dialetto (at vegna 'n cancher!), e via di risate, e di canzoni.

Stasera Giovanni era in piedi. Mai visto in vita mia con la cravatta... ed era una prima volta! Sembrava più piccolo, e così fragile. Mi ha fatto tenerezza. Tutti gli amici a progettare un'uscita in barca, appena il tempo si farà mite. Per una volta, noi a portare a spasso lui. Non ne era felice, ma apprezzava.

Hai ancora mare in prua, Giovanni


sabato 11 febbraio 2012

Salmì

La carne è in marinata, con il vino, le cipolle, le altre verdure e gli aromi. Una bottiglia di rosso di montalcino è quello che serve per insaporire la carne al punto giusto, per prepararla alla cottura lunga, attenta.
Gli aromi impregnano il tutto. Sarà un esplosione di sapori.

Cucinare per sé. Un modo per riappropriarsi di tutto il tuo mondo. Forse cucinare per qualcuno. Ripenso all'ultima volta che ho fatto il salmì. Tanto tempo fa. Ogni volta per me è una specie di festa. Una ritualità, come fare gli agnolotti.

Guardo il nulla dall'altra parte del vetro. Fuori il freddo.
Sarà un buon salmì.


venerdì 10 febbraio 2012

Gustare da soli

Un Cardenal Mendoza, seduto nella luce della lampada, nel calore delle pareti arancioni, un libro e la musica elegante, proporzionata, raffinata ma non stucchevole del quartetto di Haydn.
L'equilibrio neoclassico perfetto, la tranquillizzante sequenza di variazioni contrastano con la giornata, con il periodo, con il tumulto della vita. Tuttavia sono lì, nella loro bellezza, a ridare equilibrio.

Gustare lentamente, e da soli. Anche senza ghiaccio.


giovedì 9 febbraio 2012

Tempi

E viene il giorno che dici che non vuoi più pensare solo agli altri. Viene il giorno che mandi affanculo tutti, i loro problemi, i loro turbini mentali, i perché i chissà ed i forse.

Viene il giorno che provi a guardare i tuoi, e consideri anche il tuo star bene. Anche solo per qualche ora.

Si sa, il tempo è molto relativo


lunedì 6 febbraio 2012

Grande musica

Arrivo finalmente alla Scala. Ritiro il mio carnet di biglietti. Scopro che invece della poltrona in platea mi ritrovo un bellissimo palco di prim'ordine, non troppo di sguincio, così che son abbastanza vicino all'orchestra senza essere in groppa ai contrabbassi.

Guardo il programma della serie di concerti, che si intitola Prove Aperte. Si tratta infatti di prove generali, che oramai hanno perso la caratteristica di prove e sono per lo più concerti "easy", senza la tensione della performance ad ogni costo. Scorro l'opuscolo della serata, e scopro che il direttore è malato, ed è stato sostituito da Harding, il giovin rampante inglese che tanto ho insultato l'anno scorso quando ha fatto scempio della Cavalleria alla Scala. Ma anche il programma è cambiato: è rimasta la Sacre du Printemps di Stravinsky, ma Mussorskij è stato sostituito dal mio amatissimo primo concerto per pianoforte di Brahms. Ne sono felice, e contemporaneamente temo uno scempio analogo a quello della Cavalleria. Il pianista, poi, non lo conosco: Lars Vogt.

Il concerto comincia con la Sacre. Mi sembra ben impostato, molto ben interpretato, nonostante il buco sonoro dovuto alla scarsa preparazione della scena (Harding se ne era scusato, l'intero concerto è stato preparato all'ultimo momento, nonostante fosse in calendario da tanto tempo). L'orchestra mi sembra ben affiatata con Harding, il quale ha rinunciato a fare il genio ad ogni costo e lavora molto più di cesello, mostrando di aver compreso la lezione dei suoi grandi maestri.
Finalmente arriva il momento del primo concerto di Brahms. La maestosa introduzione dell'orchestra è perfetta, senza una sbavatura, tempi e colori perfetti. Non so se è l'orchestra che ha insegnato ad Harding, o il contrario. In ogni caso, molto bello. Poi attacca Vogt, e trasecolo. Potenza, perfezione del suono (nonostante il pianoforte mal preparato, una vibrazione noiosa attorno al Si nel rigo di violino e il timbro veramente inadeguato - colpa del pianoforte o della sala? mah...), tecnica e volumi perfetti. Un'interpretazione memorabile, un applauso convinto alla fine del primo movimento, con Harding che si scusa ancora per la pessima sonorità del palco (dice che lui non riesce a sentire i legni dal palco, io invece faccio fatica a sentire i timpani).

Grande musica, grande serata. Questo è stato un concerto memorabile, uno dei pochissimi che mi ricorderò per sempre. E cercherò di sentire ancora Vogt in concerto (ho visto dal suo sito che sarà a Firenze ai primi d'Aprile, con un promettente quinto concerto di Beethoven).


mercoledì 1 febbraio 2012

Gli stregoni

L'on. Lusi viene beccato con il sorcio in bocca: da amministratore della Margherita (l'ex partito di Rutelli che conteneva l'anima della sinistra DC confluita nel PD) aveva stornato dai conti del partito la bazzecola di 13 milioni di euro versandola carinamente nei propri.

Ora, possibile che possano sparire così tanti soldi senza che nessuno se ne accorga? Ma soprattutto, com'è possibile che Lusi possa proporre di rendere 5 di questi tredici e patteggiare una condanna di un anno, senza che la parte lesa (ossia la Margherita, ossia Rutelli) non senta la necessità di prenderlo a sputi in faccia?

E' possibile, purtroppo. E' reale. Anzi, pare che la Margherita sia propensa a ritenersi risarcita, con una perdita secca di 8 milioni... Certo che il sospetto che Lusi non abbia rubato sol per sé, ma anche conto terzi non è così peregrino...