martedì 21 febbraio 2012

Crepe dietro le lenti

M. mi chiama per sapere che fine ho fatto, e se mi sono iscritto al corso di storia dell'arte. La rassicuro, non me ne son dimenticato. M. è un'artista frustrata. Ha un intuito artistico notevole, conosce approfonditamente buona parte dell'arte figurativa europea, e la conosce non per averla vista, ma per averla compresa, assimilata.

Nella sua vita ha fatto tante cose, lo so. Ha fatto la grafica artistica per le seterie di alto livello della comasca, quando queste erano uno dei vanti del made in Italy. Tuttora fa cose da matti: qualche mese fa abbiamo discusso a lungo su come fare e decorare una meridiana da dipingere su di una casa di amici. Affresco? le chiedo. E lei "fossi matta! mica deve vivere in eterno!".

M. è nonna, e capisco che non ne ha molta vocazione. Ho fatto molta fatica a darle del tu, visto che ha parecchi anni più di me. Ho sempre percepito una profonda inquietudine in lei, anche quando mi parla del suo "tipo", un arzillo ottantacinquenne che insidia le sue virtù, mentre lei vuole condividere la sua cultura yiddish ma non le lenzuola. Forse.

Ieri sera mi diceva che suo figlio aveva un potente raffreddore. Non ho perso occasione per prenderla bonariamente in giro, curare il figlio quasi mio coetaneo come fosse un bimbo. E lei mi racconta una parte della sua vita. Nulla di nuovo, una storia comune, ripetutasi milioni di volte nella storia. La storia di una madre non pronta a far la madre, di un figlio di Ogino e delle regole che ti impongono scelte alle quali non sei preparato. Di sensi di colpa e di relazioni genitoriali sbagliate. Di cordoni ombelicali che non si sa, o forse non si vuole recidere.

E allora mi par di intuire qualcosa dietro quei silenzi improvvisi, quelle assenze di un'anziana signora apparentemente forte e volitiva, ma con grandi crepe dietro gli occhiali dalle lenti leggermente affumicate.


12 commenti:

Lala ha detto...

te l'ho detto anche quando ti sei ammalato tu... certe cose sono più di un gesto, il brodo di pollo caldo, il senso di colpa... le lenti affumicate. Non si smette di essere madre... e donna ... mai, nemmeno dopo 80 anni.

sed ha detto...

sai che pensavo? Ai sensi di colpa e a questo attaccamento viscerale che spesso sembriamo avere ad essi, anche quando ce li trasciniamo appresso con fatica... forse la spiegazione sta in una parte del loro nome, sono "sensi" e per certe persone è impensabile riununciare a "sentire".

mammainverde ha detto...

Io amo le donne con le lenti crepate.

LadeaKalì ha detto...

Si diventa forti anche, o forse soprattutto, grazie a quelle crepe...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lala: c'è del vero in quel che dici..
@sed: e provare a sentire qualcosa di positivo e non solo colpe? :)
@MiV: sono persone che hanno sofferto molto, e quindi meritano attenzione..
@kalì: mah, non è condizione sufficiente: si può subire tracolli e non rinforzarsi. E forse non è nemmeno condizione necessaria: forse si può fortificarsi senza crocifissioni..

lala ha detto...

attento all'ernia zio :D

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lala: grazie a dio l'ernia manca nella mia lista di malattie! :D

lala ha detto...

continua a darmi ragione "in parte" e vedrai :D

sed ha detto...

non intendevo "solo" colpe... ma che sentendo molto, anche quelle ci stanno.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lala: allora ti darò torto in pieno, a prescindere :D

@sed: se intendi sentire molto, allora anche i sensi di colpa si presentano, pesci nella rete. Ma il pescatore getta di nuovo in mare il pesce non adatto, e conserva quello buono...

minnelisapolis ha detto...

una descrizione che mi mette malinconia e un senso di colpa. sì un senso di colpa per delle crepe nelle lenti. che mi ostino a tenere sul naso.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@minne: per le crepe nelle lenti c'è l'ottico. E' per quelle dietro le lenti che la faccenda è un po' più complicata...