venerdì 8 luglio 2011

Il tempo in un mazzo di chiavi vissute

I mazzi di chiavi allineati sulla scrivania. Uno, due, tre, quattro. Il quinto più grande, completo. Lo tolgo lentamente dal suo portachiavi di pelle, mentre considero l'opportunità di riutilizzarlo per le nuove chiavi di casa, piuttosto che acquistarne uno nuovo.

Ecco, domattina alle undici si compirà l'ultimo atto. Consegnerò il segno tangibile di possesso al nuovo proprietario di quella casa che conosco in ogni suo dettaglio, che ho visto costruire giorno per giorno, andandola a vedere mentre i muratori la tiravano su. Quella casa che ho immaginato fin da quando esisteva solo sui disegni, della quale ho discusso per mesi e mesi prima che esistesse, e mesi quando son stato costretto a separarmene. La pietra serena delle scale. La cornice del camino scelta nel veronese. Le porte gemelle all'inglese, che la nuova proprietaria, capra, non ha nemmeno capito.

Tutto finito. Da domani, non esisterà più nulla di ciò per me. Un'altra famiglia (una vera famiglia) entrerà in quella casa, le sue stanze avranno altre voci. Il giardino non ospiterà più la micia.

Tutto scorre. E forse ci sarà un nuovo giardino, un nuovo camino.
E nuovi sorrisi

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche a me è capitato quello che tu hai descritto.Ho consegnato le chiavi della mia bellissima casa poi,non mi sono voltato neppure a dargli un'ultima occhiata.E l'avevo amata.Quella casa.E.B.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Io non mi sono voltato perché avevo gli occhi con le lacrime.
Mi sono solo raccomandato con i nuovi proprietari di voler bene a questa casa.

Un'ora fa l'ho vista dentro per l'ultima volta.

Anonimo ha detto...

Io avevo l'anima piena di lacrime pietrificate!
A volte (casualmente) ci giro attorno.Faccio uno sforzo su me stesso per non puntare gli occhi su un punto.E' inutile farsi del male guardando a come "volevi" potesse essere.Ma ho fissato tutto in una memoria che non voglio più aprire.Anche questo ricordare sarebbe inutile,pesante per un cuore che "deve" sgombrarsi d'ogni peso per andare avanti e non soccombere per fallimenti di cui ha colpa il destino ma anche un poco noi stessi.E.B.

Anonimo ha detto...

... ho dimenticato di dire che il micio, l'ho portato con me e,dopo i primi smarrimenti,ora sta benissimo.E.B.

enzorasi ha detto...

Io sono stanco di addii, incapace di sopportarne altri senza soccombere. Me ne tengo lontano per questo, figurati che anche leggere di te in questo frangente, nonostante la tua forza, mi fa star male. Preferisco pensare a nuovi sorrisi.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Enzo, gli addii sono sempre dolorosi. Eppure io credo che la vita li debba includere, non fosse altro che se non si rischiasse l'addio non ci potrebbe essere neppure il sorriso.

Anche se ho raccolto e raccolgo dolore (e probabilmente ne ho causato ad altri pure io), mi sono convinto che la vita va vissuta. Tenerla sterile non mi ha immunizzato dalla sofferenza, tanto vale essere aperti alla gioia più totale, correndo il rischio di star male.

Anonimo ha detto...

Ti ammiro ingegnere per la tua voglia di non ridurre la vita a uno sterile ripiegarsi su di sè e ai rimpianti inutili come la paura. Tutti si muore,prima o poi.Tanto vale farlo mettendo in conto il rischio d'altra sofferenza per essere aperti alla gioia più totale.E.B.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@E.B. (Enzo Bearzot? no, lui non c'è più...): io non credo che i rimpianti e le paure siano inutili. Anzi. Le paure sono il segnale del confine, e di quella sensazione da colonne d'Ercole che hai nel momento nel quale poi decidi d'affrontarle. Può essere la paura dell'ignoto, della propria sopravvivenza, del futuro, della sofferenza. Ci sono paure che non supererai mai (le mie le conosco bene) e altre che affronterai, e ti sentirai un poco Ulisse.

I rimpianti non sono inutili se sono accompagnati dalla riflessione. Non è certo il piangersi addosso il rimpianto che intendo, ma quello che ti porta a ripercorrere la tua storia, a valutare gli errori e a riconoscere gli aspetti buoni e goderne, discriminandoli da quelli meno belli.

Sul fatto che tutti si muoia, invece, concordo pienamente. E' l'unica vera certezza della vita umana, ed è buffo che l'unica certezza della vita sia la morte. Ma tant'è...

Anonimo ha detto...

Come senti buono,amico per lo stesso sentire! Buona giornata.E.B.