mercoledì 13 luglio 2011

Piccola estetica del piacere

Sopra alla pelle rossa della scrivania di radica mi guarda l'ultimo Montalbano. Una specie di rito, per me. Una lettura spensierata, avvincente, quasi come una voce di un amico che ti sussurra.
L'ultimo di Montalbano è li. Lo guardo nella sua elegante copertina, la consueta eleganza della Sellerio. Un piccolo, ulteriore elemento di fascino.

Come ogni cosa piena di fascino, va assaporata lentamente. Un ottimo vino non va bevuto a garganella, un piatto di Igles Corelli non va ingollato (a proposito, ora Igles è a Pescia, non più a Ostellato. Che sia il caso di scoprire questo borgo?), un quadro va osservato con calma (odio i musei infiniti, dove corri davanti a dipinti che richiedono attenzioni ben diverse). E così questo libro mi saluterà a lungo, dalla scrivania. Voglio gustarlo con il giusto tempo, senza fretta. Lo leggerò fra qualche settimana, sulla spiaggia, nella completa solitudine del respiro dell'oceano e del sole che accarezza la mia nudità.

I piaceri vanno assaporati. A volte in solitudine.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

devi essere un buon amante...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Vedendo il risultato finale, si direbbe di no.

Oppure sono semplicemente non adatto a chi ho incontrato nella mia vita. Preferisco scegliere questa eventualità

LadeaKalì ha detto...

Un punto in comune! Io ho sempre cominciato a leggere i libri di Montalbano di sabato sera, quando sapevo di potermi abbandonare al rito con calma e senza essere interrotta....
p.s. non avevo ancora messo il naso nei tuoi vecchi post... i lineamenti della tua personalità si stanno lentamente definendo...