martedì 17 aprile 2012

Giochi innocenti per bambini cresciuti

"Dai, vengo giù sabato, e facciamo tutte le prove del caso. Fra poco la stagione comincia, e hai ancora la barca sventrata..."
Così, motivandomi con il trasferimento della barca da effettuare ai primi di giugno, mi convinco e decido di andare a Carrara dal mio collega, fortunato possessore di imbarcazione a vela. In realtà mi piace l'idea di andare a giocare con l'impianto elettrico, capire perché a fine settembre siamo rimasti con due batterie a terra dopo sole otto ore. Ma poi, in verità, mi piace l'idea di uscire da queste quattro mura e dalla routine del weekend tristolino, e di andare a sentire il mare.

Mi manca, il mare. Mi manca l'odore, il movimento. Ovvio, mi manca il clima, mi manca il sole. Ma quell'odore, quella sensazione che si massimizza nei porti, nei rimessaggi, è unica.

Mi piace la barca anche per l'odore, puzza direi. Immagino che per molti sia nauseabondo: un miscuglio di salsedine, di sentore di umidità, talvolta (poche!) anche di gasolio o più generalmente di motore. Mi piace trovarmici, anche se poi mi lamento dell'umidità che mi penetra nelle ossa. Mi piace sapere di poter contare solo su di me quando ci navigo sopra. Mi piace la sensazione di libertà totale che solo il mare ti sa dare. Libertà comunque condizionata, al tempo, al vento, agli elementi, alla fortuna.

Piove. Annuso l'aria, libeccio. Sarà brutto ancora per giorni, inutile sperare nel sole. Per fortuna mi son portato la cerata: anche se lavoriamo sottocoperta, ci sarà bagnato ovunque, e ci sarà da uscir fuori e rientrare più e più volte.

Il collega ha già mezzo sventrato l'arredamento interno. Il casino è totale. Mi fa vedere lo schema dell'impianto come lo ha rilevato i giorni scorsi. Cominciamo la ricerca dei guasti. Un gioco da fare con l'attenzione delle cose serie. Sostituiamo cavi. Predisponiamo le modifiche. Misuriamo, proviamo. Attacca, stacca.

Un giorno dentro in una barca sull'invaso. Ne emergiamo a sera, puzzolenti ma sapendo di aver portato avanti per bene il lavoro. Non ho voglia di rimettermi in auto per tornare a casa. Usciamo a cena, e poi ancora a discutere delle varianti possibili. Poi dormo dal mio collega.

Al mattino ritorno a casa. Sul mare si apre uno spiraglio di sole. Sulla Cisa il diluvio. Il mare, dentro.




12 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello quel contrasto.
Il buon vento col sole arriverà.
Ciao,Mirka

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@mirka: mi piacciono i contrasti. E aspetto fiducioso il buon vento. Sono stanco di ariette asfittiche...

lala ha detto...

sempre detto... se gli uomini impiegassero nella metà dell'impegno e della devozione che impiegano nelle applicazioni ludiche, il mondo sarebbe migliore :) però sono contenta della tua salsedine nella sinovia lala

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lala: sai che talvolta uso anche un 51, 52% :) dovresti esser contenta :D

sed ha detto...

ma il detto sui giochi innocenti sarebbe un po' diverso, eh?

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@sed: e stai sempre a guardare il capello, eh?! :D

Pell ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Ilmondoatestaingiù ha detto...

@pellò: respondita :D

Anonimo ha detto...

c'é un odore che manca, e che fa la differenza tra le barche da turismo e quelle da lavoro. quello del pesce e delle esche. è puzza, forte, stantìa, che apri un boccaporto e ti leva il fiato ma è come un perimetro che ti definisce tutto un mondo che sta su una barca. a dirti la verità, su certe barche mi manca proprio quell'odore lì. che poi esci dal porto tiri su la vela e non senti più nulla. perché in confronto al mare gli uomini non sanno più di nulla.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lapo: beh, li non c'era odor di pesce... D'estate ci sono le canne, durante l'ultimo viaggio da Baratti a Bocca di Magra ci hanno anche provato a pescare, con scarsissimi (leggi nulli) risultati.

Però devo confessarti: l'odor di pesce me lo risparmio volentieri :)

LaNinin ha detto...

Soffro il mal di mare, ma immagino la vita in barca affascinante.
Mi sembra di vedervi, però, giocare con i fili, mio marito fa lo stesso: non resiste alla tentazione di arrivare a capo di un problema di quel tipo e, dopo, è tutto soddisfatto.
I maschi non smettono mai di giocare, come i gatti!

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@ninin: benvenuta :)
Si, è vero. Come ho scritto nel titolo, alla fine si tratta di un gioco. Posso rivestirlo di tante logiche motivazioni: funzionalità, sicurezza in navigazione (verissimo: a settembre siamo rimasti piantati al distributore del porto di livorno per un problema elettrico), ma alla fine solo di gioco si tratta..