domenica 13 novembre 2011

All'improvviso quel silenzio strano fra noi

"Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi..."
E' da ieri pomeriggio che il flauto dolce di qualche ragazzino al piano di sopra tenta disperatamente di suonarla, non riuscendo ad andare oltre al primo verso.
Il flauto dolce, quello strumento che, per qualche ragione è considerato didattico nonostante sia abbastanza difficile cavarci fuori dei suoni aggraziati. Anche a me toccò il flauto alle medie. Ai tempi io suonavo già il pianoforte, anche se il mio sogno proibito (da mia madre) era e rimase il violino.

"le tue calzette rosse.."
oh, ce l'ha fatta a collegare le due righe... In una classe finimmo ad essere in tre che erano un po' portati alla musica. Qualche altro compagno sentiva invece il ritmo. Il mio professore, un ragazzo giovane e quindi idealista, decise di approfittarne e di mettere su un abbozzo di orchestrina. Visto che me la cavavo abbastanza bene con molte cose che emettevano suoni, decise che dovevo suonare il glockenspiel - che odiavo - mentre i miei compagni suonavano il flauto e qualcuno con il senso del ritmo si dedicava ai tamburelli.

E' bello far giocare i bambini cercando di avvicinarli a far musica. Che sia flauto, chitarra, un qualunque strumento, credo che sia educativo. Ma non basta, credo, far emettere suoni. Io penso che bisogna educare a capire, ad interpretare il linguaggio musicale.

Silenzio, al piano di sopra. Alla cantina buia non c'è stato verso di arrivarci. Mi viene voglia di ritrovare il mio flauto. Chissà dove l'ho riposto dopo l'ultimo trasloco. Sarà orrendamente secco, immagino.
Ma la canzone del sole continua a girarmi nella testa, con le sue allusioni, il suo significato, i suoi ricordi di spiaggia, di amici, di occhi negli occhi. Suonata da un flauto dolce che la rende quasi inintelligibile.


9 commenti:

lala ha detto...

con il cucciolo giochiamo sempre a "Trovare i suoni"... lui sta imparando che ogni cosa ha un suono... solo che è portato per l'heavy :D

Anonimo ha detto...

Canta (col flauto)o Musa il perduto (tuo)paradiso.
Bianca 2007

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lala: un metallaro... :D

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@bianca: speriamo di ritrovarlo il paradiso :)

lala ha detto...

guarda cosa ho trovato...questa donna ha in sè tutte le verità dell'umano.

"Alda Merini studiò pianoforte per alcuni anni. Sognava di diventare pianista. Sentiva la musica venirle fuori da dentro.
Adorava i cori di chiesa e vi cantava, attratta così tanto anche dal divino.
Ascoltava la musica classica e come si trovava davanti una tastiera posava le sue dita con unghie smaltate sui tasti per sentire il suono che tanto l’affascinava.
Nelle sue poesie parla spesso di violini. Ad esempio: Vorrei poter suonare quei violini/ che solo a notte adeguano le stelle/ e dirti e dirti che così vicini/ possiamo amare tante cose belle […] (Destinati a morire) e In cima ad un violino/ ci sta forse un respiro/ che nessuno raccoglie/ perché è un senso d’amore./ Tu suoni per il vento e viaggi/ dove la pace sussurra tra le piante/ tutta una nostalgia. (Clinica dell’abbandono)
Il violino è strumento altamente evocativo. Colpisce, con lo sfregamento dell’archetto e i suoi pizzicati, le corde dello spirito, esalta la passione, incarna l’amore senza fine, è il prolungamento della mano dell’artista che con l’esecuzione arriva a trasfondere emozioni e sentimenti solo con la purezza universale del suono.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Si, lala, secondo me l'intuizione della Merini è vera.

La musica deve venirti dal di dentro, come ogni emozione umana. L'esecutore cerca di trasmettere questa emozione a chi ascolta, l'artista di gran livello ce la fa.

Ogni strumento ha le sue magie, se maneggiato da un artista. Come per la letteratura è evocare qualcosa che sta nell'animo umano. Che il qualcosa sia intelligenza, sia ricordo, sia piacere, abita semplicemente l'ambito dei gusti.

Grazie per il ricordo della tua Alda :)

lala ha detto...

dobbiamo andarealla sua casa museo :*

Anonimo ha detto...

Anche io ho tanti bei ricordi legati a questa canzone, incorniciati dal sole estivo e da una vespa sulla quale si andava pure in tre e all'occorrenza anche in autostrada.
Ahhh!. Non resta che sospirare.
Un baciobello

Patrì

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@Patrì: si può anche non sospirare, ma rivivere... :)