martedì 22 maggio 2012

Terremoto

Il terremoto emiliano ha tante facce. Ha la faccia del terrore, ha la faccia dello scampato pericolo per le case (quasi miracoloso che le abitazioni, in generale, non abbiano subito danni), ha la faccia della domanda che nasce sulla sicurezza delle costruzioni industriali, che non hanno retto il colpo.

E' la faccia anche di una componente umana fondamentale: l'agricoltura. Chi, come me, è nato nella pianura, conosce le cascine, che nella maggior parte sono ancora le strutture di 50, 100 anni fa. Manufatti di mattone rosso pieno, simbolo della campagna. I pilastri di mattone, i tetti in legno. Le barchesse. Solo le stalle, in generale, sono dei manufatti più moderni, per aderire alle normative più stringenti in termini di igiene, e più funzionali per l'allevamento con meno personale addetto. E queste strutture sono spesso crollate, dimostrando quanto poca attenzione si sia data alla costruzione.

E poi, l'immagine che mi ha colpito. Le forme di parmigiano cadute dalle scalere. Forme danneggiate, rotte. Il formaggio per eccellenza, quello che per primo ricordo da bambino, quello che vedevo fare nel caseificio del mio paese, avevo 4 anni. Quel formaggio che è ogni volta un miracolo della natura. Quel formaggio il cui profumo, appena fatto, giovane, maturo, è scolpito nel mio DNA. La rifilatura del parmigiano, che solo chi abita vicino ad un caseificio e ha un certo numero di anni può conoscere... una bontà senza paragoni.

Tutto quel parmigiano per terra. Distrutto. Poca cosa rispetto ai danni, alle morti da terremoto. Un simbolo forte per chi conosce quella terra e ne è legato.


9 commenti:

sed ha detto...

credo che in questi casi l'anima continui a tremare bel oltre qualsiasi scossa di assestamento.

Lala ha detto...

non si è data poca importanza alla costruzione, una volta si credeva che il mattone pieno fosse forte e incrollabile... d'altro canto guarda quanti borghi medioevali sono sopravvissuti. Erano simbolo di una mentalità, mattone su mattone, sacrificio su sacrificio. Oggi le case sono (o dovrebbero essere) elastiche, uno scheletro in cls e ferro, pronto a subire i colpi della vita e tutto il resto tamponamento, improvviso ponte tra due strutture portanti, interrotto da finestre, vetrate, traumi che restano nel racconto di una vita. E il formaggio... quando ho visto i magazzini Cariplo di Cremona pieni di formaggio ho realizzato che la concretezza padana era cosa immensa rispetto alla volatilità finanziaria e sono convinta che sapranno ricominciare da subito a cagliare latte, ricostruire case... mattone su mattone

LaNinin ha detto...

La cosa più incredibile per me è proprio vedere il moderno crollare. Ma come: ci sono stati centomila controlli, soldi spesi, autorizzazioni ultracomplicate e i capannoni cadono? Non si può credere, non si può credere...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@sed: è così. Il terremoto è un'esperienza che segna.

@lala, Ninin: il mattone crollato è quello antico dei castelli, dei monumenti, minato dagli anni e dalla corrosione dell'inquinamento e dell'umidità. Il mattone delle cascine, se è crollato, è stato per l'incuria, per l'abbandono che caratterizza quella che era la costruzione regina della pianura. Come dice Ninin, proprio le strutture moderne, elastiche, calcolate e non costruite a sentimento ed esperienza, sono quelle che hanno ceduto. Crolli tragici come quello delle ceramiche Santagostino, o più fortunati come quelli delle porcilaie crollate, degli orrendi capannoni agricoli che hanno sostituito le eleganti barchesse di una volta.

Il formaggio... guarda quel magnifico magazzino da invecchiamento della foto. Una gioia per gli occhi, quelle forme dal valore inestimabile, trattate con la riverenza e l'amore che si deve ad un prodotto vivo, storico, prezioso...

Lala ha detto...

ti ho fatto incazzare oggi eh zio??? =)

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lala: ????

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Ilmondoatestaingiù ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Lala ha detto...

Comprare il parmigiano “caduto” e aiutare un caseificio colpito dal terremoto

Siamo nella zona (anzi dell’epicentro) del terremoto che domenica scorsa ha colpito l’Emilia Romagna.

Gianluca Diegoli, mago del web-marketing e blogger di lungo corso ha ricevuto via email l’appello dell’azienda agricola Cusumaro, il cui magazzino di stagionatura del Parmigiano Reggiano in località Solara a Bomporto di Modena è stato gravemente danneggiato dal sisma.

Per ripristinarlo, i Cusumaro hanno bisogno di vendere subito il formaggio, a pezzi, perché non può più essere stagionato.
E lo fanno a prezzi ridotti.

“Parmigiano Reggiano di varie stagionature. Chi fosse interessato può inoltrare direttamente gli ordini entro giovedì 24 a:

059 901755 / 346 1779737
elisa.casumaro@yahoo.it