sabato 7 gennaio 2012

Che peccato, però....

Cambio canale, mentre assaporo la mia orata al forno. Ed ecco chel'inquadratura li comprende, entrambi. Enzo Bianchi e Massimo Cacciari. Stanno facendo il passaggio pubblicitario al loro ultimo libro scritto a quattro mani "Ama il prossimo tuo". Li vedo, li ascolto con una parte del cervello mentre l'altra comincia a vagare.

Mi piace Cacciari. Mi piace la sua altezzosa intelligenza, che gli perdono perché la sua è intelligenza vera e non presunta. Mi piace anche quando giustifica gli spostamenti della sua vita, da Potere Operaio alla Margherita, dal marxismo abborracciato - nonostante la sua cultura - ad un'analisi bella e feroce della decadenza della cultura occidentale. Mi piace anche quando non sono d'accordo con lui, e mi spiace di non poter passare serate a litigare davanti al camino - ma tanto lui non beve, ha anche questo difetto....

Mi piace anche il priore Bianchi. Un religioso che parla del cristianesimo come un laico - in questo è la spalla ideale di Cacciari che parla della laicità come un cristiano. Un filosofo che non si nasconde dietro a cattedrali di pensiero che servono a mascherare la pochezza di contenuto, ma che affronta con coraggio il confronto basandosi su pochi elementi, da tutti condivisibili, più uno che è suo, ed è la sua fede.

La mente corre ad una conferenza a cui assistei tanti anni fa, entrambi sul palco. Cacciari evidentemente non preparato, se la cavò di intelligenza, cultura e mestiere, lasciando parlare Bianchi per un po', mentre lui riorganizzava le idee, e poi si produsse in un elegante ragionamento anche un po' paradossale, evidentemente costruito sui due piedi. Anche allora due belle menti, diverse nella loro formazione, nella loro concezione della vita, ma molto ben sintonizzate.

L'intervista si sta chiudendo, e Fazio, come ultima domanda, chiede ad entrambi un giudizio su Don Verzé, avendo entrambi insegnato nell'Università Vita e Salute fondata dal chiacchieratissimo sacerdote. Cacciari è molto convincente, spiega che ha conosciuto Verzé come rettore dell'Università, di aver sempre avuto la massima libertà didattica nell'ambito di un progetto culturale nel quale lui si riconosceva, e aggiunge che, avendo bazzicato una vita in ambienti poco puliti, non ha dubbi che si fosse sporcato un po' le mani.
Fra' Bianchi si fa piccolo - lui, un omone - e dice che don Verzé l'ha visto una volta sola, alla sua prima lezione di Filosofia, e poi mai più.

Io mi stupisco, lo guardo, mi addoloro, e non capisco. Quella sera, a quella conferenza cui parteciparono entrambi, sul palco con loro c'era anche don Verzé. Nessuna sorpresa, la conferenza si tenne a Cesano Maderno, sede della facoltà di Filosofia dell'università Vita e Salute. Una dimenticanza, fra' Bianchi? Oppure il timore di essere accostato ad un uomo che più che il Vangelo ha usato come via maestra il Principe di Machiavelli?


16 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel post,Marzio.
Anche a me di Cacciari mi piace la sferzante intelligenz<a che resta vera nei passaggi che portano ai "cambiamenti" ,"cambiando" pur restando guizzo attivo di consapevole lucidità.
Di Bianchi,che ho conosciuto anche personalmente,mi piacciono solo le parole.Lapidarie quando debbono "strabiliare" predicanti e giocoliere quando si tratta d'entrare nel "vivo" di qualche storico Archivio.Mirka

sfollicolatamente ha detto...

Eh gia', nella politica come in qualsiasi altro ambito, mi chiedo: se vuoi combinare qualcosa di positivo, come fai a non sporcartici le mani almeno un po'?
Se entri in un ambiente, tanto da poterlo conoscere abbastanza da cavarne qualcosa di buono, come puoi non rimanerne contaminato anche tu? Con questo non voglio giustificare la corruzione, ma solo dire che mi sembra un po' assurdo e utopistico immaginare che un politico, qualsiasi politico, possa essere 100% 'pulito'...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@sfolli: non sono d'accordo con te (e nemmeno con Cacciari, se è per questo :) ): anche se è difficile rimaner pulito in questi ambienti, credo che non vi si debba rinunciare, altrimenti è inutile e sciocco poi lamentarsi che le cose non funzionano.
Nel mio piccolo ho cercato di esserlo, chiedendo di uscire da trattative nelle quali il profumo non era di bucato. Di sicuro non mi farò la barca, la casa al mare e lo chalet di montagna, però posso guardare con serenità il "cielo stellato sopra di me.."

the pellons ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Al gestore di questo blog ,al post che ha scritto e per come ha risposto ai commenti una forte stretta di mano e,complimenti per il coraggio espositivo.B.

P.S.L'anonimato non è per sottrarmi alla responsabilità nel dare visibilità al mio nome,ma solo per non inimicarmi Formigoni più di quello che già non è.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@Anonimo B: ma pensi veramente che un politico di razza "padrona" come Formigoni si inimichi per un commento? Maddai!

Magari si inimica se fai saltare un affare alla Compagnia delle Opere, o qualcosa del genere. Ma per un commento....

Anonimo ha detto...

Non credo il crac sia dovuto all'onnipotenzaa piuttosto al meccanismo che hai ben esplicato. Diciamo che il fine nin giustifica i mezzi, ma meglio unp che ruba per una causa che uno che ruba solo per sè.

Anonimo ha detto...

Diciamo che non tutti sono della staffa di don Aquilanti.B.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@anonimo: parliamoci chiaro: con il meccanismo di iperrimborso il SR poteva autosostenersi. Le campagne di raccolta fondi presso i magnati vicini (voglio ricordare oltre a Berlusconi, il molto più munifico defunto erede della fortuna Mondadori, che negli ultimi anni di vita ha coperto molti degli ammanchi di cassa della fondazione) hanno consentito di avere le possibilità di investire in ricerca (e ricerca ben fatta, direi).
Le amicizie politiche hanno aiutato a coprire molte azioni disinvolte, che non sempre sono andate a favore della fondazione, ma talvolta verso direzioni, come dicevo prima, che lasciavano intravedere manie di onnipotenza.

L'origine del crac la definirà la magistratura (anche se ci credo poco: attorno al san Raffaele sta volteggiando una raffica di interessi di altissimo livello, che non vedono molto di buon occhio che si scopra "tutto")

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@anonimo B: Aquilanti chi?

Anonimo ha detto...

il Monsignore finito in manette nella sua parrocchia in san Crisogono in Roma per sfruttamento di Associazioni umanitarie sparse anche oltreoceano (De Cristifidelium Apostolatu Ut Omnes Unum Sint Foundation) mai riconosciute dalla Curia e condannato con rito abbreviato a 3 anni di reclusione.Ciononostante non si arenò nel suo impegno etico-politico dando voce ai suicidi di Tangentopoli nel 2000 ad Aulla.Famose le sue parole in quella ricorrenza "Andate e andiamo a riconquistare quella socialità che è stata sepolta.Sono stati sepolti questi giusti puniti dal giudizio degli uomini ma non da Dio".Beh non si può dire che a lui fece difetto il coraggio,no? B.

Pitunpi ha detto...

Ciao,

com'è iniziato questo nuovo anno?

A me un disastro.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@anonimo B: francamente non capisco né la ragione della citazione né la sua qualità. Non conosco la storia di questo sacerdote, ma dalle cose che hai scritto e da quelle due notizie che ho letto in giro io eviterei qualunque citazione che lo coinvolga, non ispirando alcun profumo di bucato, al più di furbizia (come prendere le parti dei suicidi di mani pulite nel 2000... vogliamo chiamarla captatio benevolentiae, visto che allora spirava forte il vento della revisione?)

Anonimo ha detto...

D'accordo.Anch'io preferisco fermarmi sui complimenti lasciati al gestore di questo spazio.Saluti.B.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@anonimo B: ho fatto una ricerchina. Mi ha aiutato molto il libro di Gianluigi Nuzzi "Vaticano SpA". Pag 245-246 racconta in breve la storia di don Aquilanti.

Il libro potete leggerlo qui. In estrema sintesi il probo sacerdote è stato condannato ad un anno e cinque mesi per appropriazione indebita nel crac della banca Vallesina, e poi ha patteggiato 3 anni per associazione a delinquere finalizzata allo smercio di titoli di stato falsi.
Un sant'uomo, senza dubbio. Proprio per questo è diventato presidente della commissione etica del Nuovo partito popolare, poi responsabile nazionale della consulta etico religiosa di Alleanza democratica.

Un esempio per tutti noi, soprattutto per me che mi ostino a credere che i sacerdoti debbano essere dei don Milani, oppure come tanti missionari che hanno gettato la loro vita per andare a dare un aiuto a chi non ha nulla.
Si sa, sono un'anima candida...