lunedì 24 ottobre 2011

The dangerous method

Sono andato a vedere il film del titolo. La psicanalisi è sempre stata nei miei interessi fin da quando conobbi, al liceo, il pensiero di Freud.

Valicare con la razionalità il confine dell'irrazionale, o dell'apparentemente tale, è sempre stata una sfida che mi ha acceso la mente. La vita mi ha poi costretto a vivere sulla pelle questa ricerca a tentoni, ad attraversare quella che io considero una palude che non voglio mai più vedere.
Ma questo film mi ha fatto risentire, in pillole, tutto lo sforzo, la ricerca, la frustrazione, i successi e gli errori. Mi ha fatto capire una volta di più che non esistono padrieterni e che tutti sbagliamo, per debolezza, sofferenza, paura, ignavia, superbia, prima che per cattiveria.

Del film dal punto di vista cinematografico non so dir nulla, né me ne interessa. Quel che conta, per me, è il messaggio, l'emozione. E quella è stata piena.


9 commenti:

the pellons ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...
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thepellons ha detto...
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LadeaKalì ha detto...

Il film devo ancora vederlo, in compenso il brano di Wagner è meraviglioso....

the pellons' ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...

@Kalì: per me il film è meglio del pur fascinoso brano di Wagner che è uno dei temi musicali della pellicola.

@Mp: comunque Wagner non è nella mia wish list. L'analogia probabilmente è più casualità che altro....

the pellons' ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...
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