domenica 2 ottobre 2011

A. come... famiglia

Ho ricevuto una mail firmata A. Il flusso dei pensieri è partito cercando di indovinare il nome nascosto sotto l'iniziale. E' un gioco che mi piace, sempre, come mi piace imparare, scoprire, capire.

Ma quella lettera, quell'iniziale aveva un non so ché di familiare. Piano piano salta fuori una storia di famiglia, una di quelle storie un po' ridicole, un po' folli, che però sono indicatori di certe stranezze caratteriali...

Stiamo parlando della fine dell'ottocento. Il mio bisononno abitava a Desenzano, una casa che, da piccolo, credo che mio zio mi abbia mostrato, in faccia al lago. Un casone grande, che allora doveva essere un'abitazione di gran lusso.
Il mio bisnonno doveva essere una gran testa. Narrano le res gestae che, povero in canna, studiò e si prese la laurea in legge a botte di borse di studio (non si può non osservare che allora, nell'Italia post risorgimentale e preindustriale, le borse di studio andavano veramente agli studenti meritevoli e bisognosi, mentre oggi servono per pagare la benzina al Cayenne a zucconi patentati), e poi, siccome gli piaceva, pure quella in lettere.

L'avvocato G.C. istruì la sua prima causa, e la vinse. Purtroppo per lui si convinse di aver difeso un colpevole e, dimentico del ruolo dell'avvocato che non deve giudicare ma difendere l'assistito, decise che il foro non faceva per lui. Si aprì dunque per lui una fantastica carriera da direttore di banca, e questo fece per tutta la sua vita.
Oddio, no. Fece anche altro. Qualcosa come otto figli. E un carteggio fitto fitto con il Carducci, che conobbe quando il poeta venne a fare il presidente della commissione di maturità a Desenzano.

Ogni professionista conserva nel suo intimo qualche tara professionale. Il mio bisnonno aveva il terror sacro dell'esattezza formale dei documenti ufficiali. Gli era capitato di aver visto dei problemi su documenti firmati usando l'iniziale del nome invece del nome completo, e questo errore formale doveva averlo tormentato alquanto, sicché, battezzato con il nome di Aldo il primo figlio, al secondo (una figlia), ebbe la fantastica idea: tutti i suoi figli dovevano avere un nome che iniziava con la lettera A. Ma il bisnonno era un cultore dell'antichità, per cui la serie dei nomi divenne:

  • Aldo
  • Ada
  • Maria (ma Maria non comincia con la A... qui si impuntò mia bisnonna, visto che la prozia nacque il giorno di natale, volle che avesse il nome della vergine)
  • Azzo (si, non ho dimenticato una lettera...)
  • Ave (maschio, non femmina)
  • Atto (non Athos, come lo chiamavano in molti, il mio nonno)
  • Amos
  • Ara Coeli (ma mia bisnonna si inferocì, e decise di chiamarla Anna, decisamente più praticabile. La cosa più buffa della faccenda è che Anna / Ara Coeli - quasi laureata in legge - incappò nel tragico errore di firmarsi Anna in qualche documento ufficiale, annullando le premure del fantasioso babbo)
Ora, quando vedo una A. puntata, non posso non sorridere e pensare a questa storia di famiglia, al bisnonno che manifestava quella vena di follia inventiva che poi si sviluppò nella sua progenie nelle forme più bizzarre e creative... e infatti, eccomi qui!

4 commenti:

LadeaKalì ha detto...

Sentiamo un po', hai anche tu un nome bizzarro che comincia per A.?
Asdrubale? Adelelmo? Alcibiade? Alarico? Apollinare?
Bè, a pensarci bene i nomi dei fratelli di tuo nonno sono sicuramente più esotici...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@Kalì: come avrai visto dai commenti di chi mi conosce, mi chiamo Marzio.

Non bizzarro, ma poco comune (infatti mi giro sempre quando sento il mio nome, sicuro che stiano cercando di me)..

Mia madre si è scatenata con mia sorella, invece.. anche se non comincia con la A :)

lala ha detto...

mi spiego molte cose...solo uomini speciali nella tua famiglia... :)

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lala: oppure con qualche venerdì fuori lunario.. :D