domenica 11 settembre 2011

La macchina dei sogni

Dopo una serata un tantino lunghetta, stamane sveglia "standard" (leggesi: è sabato ma devo svegliarmi alla stessa ora degli altri giorni pur essendo andato a letto a ora tarda assai) per poter essere alle 10, puntuale e già sazio, davanti all'ingresso loggione della Scala.

Mi piace la Scala, devo ammetterlo. Ci ho messo 40 anni a riuscire a metterci piede, e ogni volta che ci vado bestemmio l'acustica del teatro, giusto per evitare di essere così preso da trovare tutto magnifico. Oggi ho colto la possibilità di visitare il "retro", tutto quello che fa funzionare quella macchina meravigliosa dello stupore. Un gruppetto di persone che in parte conosco, la maggior parte che non aveva mai messo piede nel tempio prima d'ora. Stupiti davanti al foyer (che a me sembra sempre francamente brutto), ignari del pessimo ma carissimo caffè che viene servito durante gli intervalli, meravigliati davanti al golfo mistico (e non si immaginano quanto sia bello ed ingegnoso il suo pavimento - l'ho visto inghiottire un gran coda nello spazio di qualche minuto, per risistemare l'orchestra dopo il concerto solistico), ma nulla a che vedere con la mia meraviglia ed ammirazione per il "dietro" del sipario.

Io non soffro la sindrome da pubblico. Ne avevo una paura folle la prima volta che mi sono trovato in una sala gremita, faro su di me e platea al buio (anche un po' rumorosamente sonnecchiante), ma non durò più di un paio di minuti. Da allora parlare in una sala gremita, invece di intimorirmi, mi provoca un senso di piacere. Eppure, quando mi sono trovato per caso sul palco degli Arcimboldi a teatro vuoto, ho avuto un senso di vertigine. Non so cosa voglia dire presentarsi sul palco della Scala gremita, ma penso che anche il mio sangue freddo avrebbe una discreta oscillazione termica. E lì, dall'alto della torre scenica, guardare i segni colorati delle posizioni dei cantanti ed immaginarli nella concentrazione e nello sforzo del canto, e dover stare pure attenti a dove mettono i piedi altrimenti quell'isterico del regista da in escandescenze - venisse su lui a cantare, che forse gli passano le uggie - ti ricorda quanta professionalità, quanto studio, quanta passione e piacere alberghi in tutti quei professionisti che, sul palco e dietro, fanno funzionare questa macchina dei sogni.



13 commenti:

LadeaKalì ha detto...

Le tue sensazioni mi ricordano la prima volta che ho messo piede al Teatro dell'Opera (non il dietro le quinte, ma uno di quei palchetti che fanno tanto romanzo ottocentesco e dai quali si ha una splendida visione d'insieme dell'orchestra). Impossibile non farsi prendere dalla magia dell'atmosfera....adesso però mi hai incuriosita: frequentazioni "artistiche", capacità oratoria di fronte a sale gremite....ma che lavoro fai?

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Non ho resistito a chiosare in questo modo :Ascoltare qui.

Ovviamente non è vero. Per dirla con l'opera: chi son? Son un consulente. Che cosa faccio: racconto modalità operative. E come vivo? Vivo! :D

Ma, come dice l'aria, ho l'anima milionaria!

Scherzi a parte, sono ingegnere, molto sui generis. Ho scelto di non fare il pianista (non avevo abbastanza talento, secondo me) e ho fatto qualcosa di più adatto a me, cioè giocare con i numeri. Ma nemmeno questo poi è stato il mio viaggio, visto che ho dovuto imparare a fare altro. Per mestiere mi capita di intervenire in pallosissime conferenze dove racconto modalità operative più o meno sensate, suggerendo che il mondo può cambiare, anche se si fa fatica a crederlo.

Ecco qui. Or che mi conoscete, parlate voi deh! parlate... :) :)

Bianca 2007 ha detto...

...E si respira il tempo dei grandi.E davanti ti passa il Buontalenti,Braccio del Bianco,Cosimo Lotti,i "Bibiena" che con la "prospettiva d'angolo" tutto porta nel mezzo e par che ogni angolo appena intravisto viva,provando l'invidia sempre rinnovata per così grande invenzione ma con obbligo di imitarne i passi applaudendo per eterna grazia.
Bellissimo post con i lacrimoni appresso..Bianca 2007

LadeaKalì ha detto...

Ah, Rodolfo, Rodolfo. Il mio nome è Kalì, la storia mia è breve. Son tranquilla e lieta e mi piaccion quelle cose
che han sì dolce malìa,
che parlano d'amor, di primavere,
di sogni e di chimere...
M'intendi, Rodolfo?
Grazie per il bel ricordo...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@kali: Altro non le saprei narrare

LadeaKalì ha detto...

Giuro che ho i brividi giù per la schiena....

mammapellona ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...

@kali: in effetti la Callas è bravina, vero? ;)

C'è un qualcosa, però: mi pare che canti "mi chiamano... Kalì"!!!! :D :D

Ilmondoatestaingiù ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
LadeaKalì ha detto...

Non ci credo, anche tu vedevi Supergulp??!! Ed è Moulinsky, se posso permettermi la correzione...
MITICO! Non mi perdevo una puntata di Nick Carter...solo non mi ricordo come si chiamava il cinesino.....-DDDDD

LadeaKalì ha detto...

p.s. sto commettendo un sacrilegio a passare dalla Callas a Patsy...
:-((( perdono :DDD

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Hai ragione tu, è Moulinsky, escluso una sola volta, nella quale non si trattava di Stanislao Moulinsky ma di Bartolomeo Pestalozzi da Pinerolo. E lì mi ribaltai dal divano....


Il cinesino di "dice il saggio: tutto e bene quel che finisce bene e.." si chiamava Ten (non voglio sboronare: non me lo ricordavo, ma qui li trovi tutti quanti)

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@kali: il buon Bonvi era, nel suo campo, un artista. Ci sta bene con la Callas...