mercoledì 29 gennaio 2014

Presa in giro

Il Renzino pare felice dell'accordo sull'Italicum, e lo sbandiera come la grande novità introdotta dal suo decisionismo. Finalmente avremo una legge elettorale che ci da una maggioranza certa, alla sera si conosce il vincitore, dice. Si fanno le cose, dice.

Ma vediamo un po' il dettaglio di quella che sembra essere la grande novità, e magari la confrontiamo con il famigerato porcellum, partorito dal gran statista e furbacchione Calderoli (del quale nessuno sente la mancanza, a dire il vero).

La grande novità è l'abolizione del Senato, dice Renzi. E questa è la prima balla: il Senato non può essere abolito con una legge ordinaria, ci vuole una modifica costituzionale, quindi due passaggi per camera, ed eventuale referendum. Quindi l'Italicum non cambia un bel niente, il Senato rimane lì, e nessuno se ne è curato, ergo al Senato si vota con le norme attuali, che non sono fatte per avere una maggioranza certa.

Il Porcellum dava un premio di maggioranza alla prima coalizione (alla Camera); l'Italicum fa la stessa cosa se la coalizione raggiunge il 37% (stasera, poi si vedrà). Se nessuna coalizione raggiunge il 37 si va al ballottaggio (ma non è ancora chiaro se questa regola sarà integrata nel corpo della legge, in questo caso è altamente probabile che non ci possa mai essere una maggioranza certa). Il Porcellum prevedeva liste bloccate (un obbrobrio i cui effetti orrendi abbiamo visto con il peggioramento verticale della qualità degli onorevoli, eletti non per volontà diretta del popolo ma per scelta dei capipartito); l'Italicum prevede la stessa cosa, mitigata dal consiglio di effettuare le primarie (e qui ci starebbe una sonora risata, se non si stesse parlando di cose importanti). Per il resto si è provato a sbarrare la strada ai partiti sciolti, con una soglia altissima (8%) e alle coalizioni non enormi (12%). Quest'ultima norma è fatta apposta per azzoppare il centro, ma per poter recuperare la Lega, costretta alla coalizione perpetua con FI, si è fatta la norma che le consente di entrare anche con meno del 4,5%, se prende il 9% in almeno 3 regioni: manca solo il disegnino per indicare che è fatta su misura per Salvini e soci (senza i quali, peraltro, Berlusconi non ci potrà mai arrivare alla maggioranza). Questi sbarramenti, che c'erano anche nel Porcellum, sono stati rimodulati per il nuovo quadro politico, principalmente per obbligare nei fatti i partiti di centro ad allearsi o con FI o con il PD, pena la sparizione quasi certa.
Nemmeno nell'Italicum c'è l'obbligo alla presentazione di un candidato in un solo collegio (cosa che invece c'era nel Mattarellum...); quindi i capibastone saranno protetti e, in più, potranno controllare chi subentra loro nei collegi dove erano vincitori. Altra porcheria gigantesca che c'era prima, ed è rimasta.

Come si vede, di differenze non ce ne sono con il Porcellum, se non sui valori di soglia: in effetti l'Italicum è un Porcellum rimodulato, ma assolutamente identico come logica.

Ed ora vediamo come l'Italicum affronta il vero problema della governabilità, ossia la divisione delle coalizioni o all'interno dei partiti stessi. Bene, non l'affronta, anche perché sarebbe incostituzionale. Pertanto (e qui sta la seconda balla, ancora più grossa della prima), l'Italicum non offre alcuna garanzia di stabilità (che cosa ha fatto cadere Berlusconi nella scorsa legislatura? la scissione dei finiani, che hanno indebolito la maggioranza..) che già non ci sia oggi.

In sostanza, l'Italicum non dice nulla di nuovo, protegge i partiti come prima, non modifica il grado di governabilità garantito dall'attuale legge alla Camera, non ne corregge le storture. L'unico scopo è rendere più difficile la vita ad una possibile coalizione di centro, e sopprimere le velleità di partiti medi (il limite di un partito singolo è l'8%, quota che solo tre partiti, oggi, sono in grado di raggiungere). Una legge inutile per gli italiani, utile forse solo alle segreterie dei partiti che potranno ancor più controllare i deputati.

Una sonora presa in giro.



6 commenti:

LadeaKalì ha detto...

Mi sto pericolosamente avvicinando al totale disinteresse per l'informazione politica. Nel senso che, quando si parla di politica, non mi fido più di nessuno, non credo più a nulla, sembra tutto un'inutile (per noi, ma utile per loro) produzione di informazioni, di accordi, di parole vuote sempre più distanti dai problemi reali, dall'amico che ha perso il lavoro, dai negozi che chiudono, dalla fiat che espatria, da tassi di disoccupazione che fanno invidia al Burkina Faso. La tua analisi non fa che confermare le mie sensazioni. Amaramente.

Pellegrina ha detto...

Eh, già. Ci rimane la montagna.

LaNinin ha detto...

Ci pensavo proprio oggi: in fin dei conti, per noi elettori, non cambia nulla...come al solito.
:(((

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@kali: è l'effetto, forse voluto, di questa politica che ci ammorba da 20 anni. Evitare di affrontare i nodi irrisolti, fare finta di riformare per poi conservare peggiorando.
Tu ti disamori, altri votano di protesta....

@pellegrina: immagino non sia per sciare... ;)

@ninin: proprio così... molto gattopardesco: far finta di cambiare tutto per lasciar le cose come stanno.

Bianca2007 ha detto...

Eh la peppa! Ma sai che hai proprio ragione? B ianca 2007

Bianca2007 ha detto...

Scusa Marzio per estsermi firmata col nome del mio link. Ho temuto il fastidio di quel cestino. Un ab. Mirka