giovedì 15 agosto 2013

Fatti non foste a viver come bruti




Per me il mare e la vela sono un simbolo, oltre che un piacere. Il simbolo della libertà, dell'avventura, del viaggio. Sapere grosso modo cosa si farà e dove, ma non precisamente. Calarsi in una dimensione nella quale il tempo, le distanze, le velocità sono diverse da quelle del quotidiano. Muoversi a velocità di corsa a piedi e comunque percorrere distanze da cartina geografica non è comune nella nostra vita, ma è un'esperienza. Si ha tempo per pensare, per discutere con sé stessi e con i compagni di viaggio. Si ha tempo per stare in silenzio, per odorare l'aria, per ragionare. Si sentono forti i bisogni primari: la sete (quanta sete in barca!), la fame. Spariscono come per magia i dolori che spesso mi affliggono durante il quotidiano, salvo ripresentarsi quando la tensione per il nuovo ed il diverso cala, alla sera nella cuccetta, ad esempio.

La mia piccola e veloce crocera attorno all'Elba è stata un assaggio di tutto ciò. Il tempo, forse, ci è stato tiranno, in quanto avevamo solo due giorni e mezzo di tempo, incastrati fra le esigenze della vita del mio collega nonché armatore e le mie. Ma anche così, e anche grazie al fatto che siamo due che vanno d'accordo, quasi la forzatura della fretta non l'abbiamo sentita. E anche la frustrazione di non poter scendere a terra la sera, e gozzovigliare in qualche ristorante del porto, non ci ha impedito di godere anche di paste improvvisate, cucinate con un occhio alla pentola, che non si rovesciasse mentre la barca rollava in modo sconsiderato alla fonda.


A volte essere costretti a stare alla fonda ha i suoi pregi: ti puoi godere tramonti come questo










oppure le feste del paese. da una posizione unica



E' stata un'esperienza meravigliosa. Un'esperienza di socializzazione, di cameratismo. E il ritorno, buon vento di bolina larga, la barca che filava sei nodi al limite delle sue possibilità fisiche regalando sensazioni indescrivibili di felicità, ha consegnato la piccola crociera ad una promessa: l'anno prossimo si va in Corsica. E mi piacerebbe tanto poter trasmettere a chi mi è vicino questo desiderio di lasciare terra e vivere l'avventura, per quanto questa sia molto tranquilla.
Per intanto mi tengo negli occhi il bellissimo mare davanti a Piombino, puntare sul promontorio di Baratti, a destra le ciminiere della città, le gru di porto che si spera possano continuare a pagare il salario a chi, di mare, ci campa.


5 commenti:

PdC ha detto...

Che bello questo post, che parla di tante cose.
La libertà da certe costrizioni culturali.
La condivisione degli spazi ristretti.
Il reinventarsi secondo le circostanze.

Dicono sia bella la Corsica, quindi da provare...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@PdC: c'è bisogno di te in barca... :)

Bianca2007 ha detto...

Brindisi coi bicchieri colmi d'acqua,ovviamente non salata. Congratulazioni. Mirka

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@mirka: ma che è? ti sei data alla virtù antialcolica?! :D
No no, dai... con il caldo un bel vermentino gelato ci sta proprio bene!

Bianca2007 ha detto...

Il virtuoso lo lascio a s.Rita da Cascia che incallita resterò dei peccati della carne ahimè e ancora ahimè.
Però me manca il Maestro di palazzo e come famo?... Ci faremo allor na bella novelletta der Boccaccio con acquafreSca e con un piccolo orciolotto de buon vino bianco bolognese.
Ciao simpatico demonietto buh! Mirka