martedì 18 giugno 2013

Non solo i romani allagavano il colosseo

Uno dei più bei doni dell'invecchiamento è la capacità di guardare serenamente anche alle cose manifestamente strampalate. Anni fa mi sarei arrovellato - per non dir peggio - attorno a fatti o cose apparentemente di secondo piano. Oggi posso tranquillamente accettare cose esiziali, come il fatto che il mio supermercato non tenga più le caramelle all'orzo che tanto mi piacciono, oppure che donne che hanno condiviso con me momenti bellissimi non desiderino neppure parlarmi.

Però c'è sempre un ma: l'ingegnere inespresso che alberga in me non riesce a concepire come si possano pensare - prima che realizzare - certe cose.
Una di queste è la doccia. La quasi totalità degli alberghi, soprattutto quelli di una certa classe, è dotata di vasca da bagno con doccia integrata. Io francamente preferisco la doccia - l'ultimo bagno in albergo risale a parecchi mesi fa, e non è stata una gran giornata - ma capisco che la mia sia una delle opzioni possibili. Dunque, ben venga la vasca da bagno con la doccia dentro, purché sia usabile. E qui sta il problema: una buona parte delle docce integrate con la vasca da bagno degli alberghi sembra essere studiata apposta per trasformare la sala da bagno in una piscina. Ultimamente questo inconveniente si è trasformato in incubo: ovunque vada la fantasia dell'architetto si è sbizzarrita nella creazione di vasche da bagno così belle da vedersi quanto efficaci nel riversare per terra una quota parte dell'acqua erogata dal soffione.
Qualche settimana fa, una stanza con un bagno fantastico. Una vasca tonda incastonata in una piastrellatura nera. Una meraviglia per gli occhi, una delizia per una trombata memorabile un bagno in compagnia. Un bagno, appunto, non una doccia. E io, che mi fiondo sotto il getto, ammiro questa bellezza, diligentemente tirando la tenda per non bagnare. E mentre mi beo di questa meraviglia, sento come un rumore di cascatella che non è il rumore dell'acqua che esce dal soffione, no no.. Stupefatto, chiudo il rubinetto, e la cascatella continua. Nella penombra (erano le 4 del mattino, non volevo svegliarmi e mi ero fatto questa doccia alla luce della finestra non oscurata) scosto la tenda e scopro che la piastrellatura attorno alla vasca convogliava tutta l'acqua che cadeva ai lati della vasca verso il gradino che dava nella sala da bagno, e lì il ruscello gorgogliava bucolicamente litri e litri d'acqua sul pavimento, già mezzo allagato. Quindi, armato dell'asciugamano, ho cominciato a raccogliere acqua dal pavimento, strizzando nella vasca per una decina di minuti.
Il risultato è stato che, dopo questo esercizio, mi sono serenamente addormentato per la stanchezza...

Poco tempo dopo, altro viaggio, altra camera d'albergo. Arredamento ultramoderno, bellissimo. Linee tese anche nel bagno. Una vasca stupenda, lineare, con il bordo perfettamente orizzontale, bianca matt, immersa in un bagno color travertino. Un vetro classico su mezza lunghezza impedisce di schizzare a chi fa la doccia. Tutto sembra sotto controllo. Apro l'acqua, e dopo poco sento ancora il bucolico ruscello. Mi guardo attorno, e il vetro sembra sigillare perfettamente. Aguzzo la vista e finalmente noto che l'acqua, trattenuta dal vetro, cammina tranquilla sul bordo orizzontale della vasca finché il vetro finisce, e da lì, non sapendo bene dove andare, si espande sia verso la vasca che verso l'esterno. Bellissima la vasca, ma un piccolo risaltino sul bordo avrebbe convinto l'acqua a restar dentro... Ormai esperto, prendo un asciugamano e compio il mio dovere.

Finito il lavoro, guardo sconsolato. La bellezza delle forme, l'armonia dell'aspetto, non è l'unica qualità. E' necessaria anche la sostanza, la consistenza. Nelle vasche da bagno e maggiormente nella vita, soprattutto nei compagni che ci si sceglie.



6 commenti:

Anonimo ha detto...

immaginando la scena, mi fai ridere. ecco, l'ho sempre pensato che certi architetti non hanno idea di cosa sia la funzionalità.e il loro operato è come il colpo di fulmine, ti accorgi solo dopo della sostanza mancante.

i. ha detto...

è per una donna bella (che ti ha deluso) a cui vuoi lanciare strali ? o un complimento a una 'funzionale'(spero di no sarebbe orrendo)?

Pellegrina ha detto...

Caramelle d'orzo (ma quanto piacciono alla mia mamma!) e signore che vanno per la loro strada... sarà mai che prima che invecchiando stai c r e s c e n d o??? ;-P
Da contestataria non ingegeneressa direi che forse forse, oltre alle idee bisognerebbe pagare anche chi le realizza: magari un buon operaio prevederebbe lo sgocciolamento, un povero cristo preso in nero, sottopagato, a chissà che orari, come dire, cosa vuoi che gliene importi?
Comunque la tua ginnastica dell'alba pare più efficace che contare le pecore, non c'è male, eh.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@germogliare: hai colto: entrambi i bagni erano stupendi, ma belli solo da guardare.

@i.: è per ricordarsi che il bello fine a sé stesso non serve a nulla

@pellegrina: per la verità vorrei calare, più che crescere. Calar di peso, ecco :D
Però vedi, in entrambi i casi la posa era fatta a regola d'arte. La vasca bianca era così ben orizzontale che l'acqua non sapeva bene dove andare, e si spandeva un poco di qua ed un po' di la. Il problema è che era il disegno, così bello, che non era razionale. Eppure sarebbe bastato alterare pochissimo quell'idea perfetta, aggiungendo un guizzo, e raggiungere anche la funzionalità. La quale non è noiosa, tutt'altro. Trovo più noioso raccogliere l'acqua che esce..... :)

sed ha detto...

ma... farti un bagno no?

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@sed: quando sei in ritardo, o alle 4 di notte non volendoti svegliare, il bagno è un lusso che non ci si può permettere :)