giovedì 29 novembre 2012

Viaggiando fra me e me

Il silenzio delle cinque del mattino nella mia città. Mi fermo al bancomat, spengo il motore, scendo. C'è solo il rumore del mio respiro e come un ticchettio forte. Guardo la strada umida, illuminata dai lampioni, e capisco: sono le foglie che cadono, fanno rumore. Un rumore discreto, che non senti mai di giorno, ma che di notte è distinto, secco, chiaro.
E' una magia la strada di città di notte. Il silenzio "tondo". Quasi quasi fra qualche giorno mi alzo di nuovo alle quattro e mezza per gustarmi di nuovo la magia....

Arrivo all'aeroporto, e la magia si rompe. Piove. Luci. Rumori di arrivi e partenze, di questo periodo quasi sempre per lavoro, eppure ci sono anche allegre comitive di fortunati baby pensionati, che vivono felici la loro esistenza di panda che la società non può più salvare, con la differenza che i panda sacrificati saremo noi, la nostra generazione e quelle seguenti.

Arrivo a Parigi che sono le otto. Buio ancora, ma non piove. Solito tragitto interminabile in taxi, che mi costa più del biglietto aereo. Il cielo di Parigi è il cielo di Parigi che ci si aspetta: quel color piombo chiaro, peltro direi, che sembra sempre che debba piovere ed invece lo fa diverse volte al giorno, ma poco, quasi senza farsi notare. Solo la strada è sempre bagnata, per ricordarti che sta piovendo alla parigina. Ma io, abituato alle piogge padane a scroscio, esco pure in giacca, perché anche il soprabito mi sembra di troppo.

Mi fa uno strano effetto questa città. Non il suo centro, la Ville, l'Ile de la Cité, snob ed altezzosa. No, la città pulsante, quella delle banlieues, ciascuna con la sua connotazione. Lo stile tutto francese, fatto di complicazioni superflue e colpi di genio, di gusto anche cattivo sbattuto in faccia fino a diventare icona. Lo svincolo vicino all'ufficio così complicato che quello assurdo di Cascina Gobba sembra cartesiano al confronto.



E l'albergo. Caro, come si conviene, ma composto da quell'incrocio assurdo di pretenziosità ed economicità che caratterizza molte catene francesi. Il bagno che sembra quello di una barca, stessi materiali, stessa esecuzione: una stampata in vetroresina, con finte doghe di legno come pavimento. I rumori sono gli stessi, solo gli spazi sono (leggermente) superiori... Tentativo di esotismo incrociato con l'esigenza di standardizzare, ridurre i costi e velocizzare costruzione e manutenzione. Risultato dubbio.....











E poi riparto. E' quasi natale, e si vede... l'aeroporto è addobbato in modo non proprio minimalista, diciamo che si potrebbe fare qualcosa di più sobrio, voi che ne dite?

30 commenti:

raffaella ha detto...

Sull'esagerazione degli addobbi natalizi, mi sono già espressa, più sono kitch più mi piacciono. Avrò forse anenati parigini? Bah.Mi piace come descrivi la pioggia di Parigi che sembra venir giù ma con discrezione e quel misto di gusto buono e cattivo insieme, ma siccome è loro, è buono per definizione. Il bagno la dice lunga. Sui modelli cui ci dovremmo adeguare, sul vorrei ma non posso il cui risultato, spesso, è pessimo.Quando penso al grado di civilità degli altri paesi, al loro pil, alle loro esportazioni, alla grandezza delle loro metroli, alla storia, alle piazze, ai monumenti, mi chiedo sempre: ma ce l'hanno il bidet?
E allora, di che parliamo?
Abbraccio, caro amico.
Raffaella

raffaella ha detto...

metropoli, indendevo!
Raffaella

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@raffaella: confermo, non ce l'hanno il bidet! :)

In realtà la camera aveva una configurazione invero molto civile: il wc nello stanzino della foto, e il bagno in un'altra stanza, più ampia ma sempre costruita con la medesima tecnologia, che comprendeva lavandino, vasca da bagno e doccia (ampia!!!!). Di bidet, manco l'ombra...

raffaella ha detto...

Oggi scrivo da schifo. Inverto t con d, faccio errori. Sorry:)

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@raffaella: sarai punita. Dovrai usare quel bagno! :D :D

Vocetta ha detto...

Anche io avrò forse antenati francesi (come Raffaella) ma è carino il pacco gigante! (il bagno meno...)

PdC ha detto...

Adoro uscire all'alba e le partenze. E vorrei tornare a Parigi, è una vita che non ci vado più.
Il pacco non mi piace. Ops, quello rosso lì, dicevo....

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@vocetta: gli antenati francesi sono per il fashion, vero (mica per il bidet, tanto per restare in argomento...)? :)

@pdc: ah, ecco... così si che va bene! :D

Anonimo ha detto...

viaggi tra te e te molto bene, eri in vena di quelle minuzie che fanno sostanza, o sbaglio?

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
i. ha detto...

questo devi scrivere. che ti vien bene. che si vede il vergine raffinato tirato in giro da un cuore in inverno. mica di giudici. mica di ragionieri.
i.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@minnie: ma io son sempre in vena di queste pinzillacchere... :)

@pellons: mica è ancora natale! :)

@i.: io son sempre quello, sia che parli di cessi d'albergo che di giudici o falsi sequestri di persona... Sempre quello lì :)

Anonimo ha detto...

nel racconto non era il bagno (odio la parola cesso come sai) ad avermi piacevolmente ricondotta.
e quando parli di giudici non sei tu. spero almeno. o non avevo capito proprio una beata. ma è passato tanto tempo. puo' essere che non avessi capito. e che non fosse nemmeno poi tanto beata.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@i: per quanto riguarda il cesso, guarda il dizionario etimologico del Bonomi che trovi qui, per vedere che non si tratta di forma volgare (può non piacerti, ma è un altro discorso) bensì un termine molto preciso, sinonimo di "ritirata" come si scriveva sui treni....

Quando parlo di giudici sono io. Ma anche in questo, può non piacerti. E' la tua percezione, e forse questa percezione ti impedisce di stare ad ascoltare quello che sto veramente dicendo. Ma tutto ciò fa parte della vita, come la beata....

Anonimo ha detto...

la saccenza almeno natale "non ci sta" come dicono i giovani (che mi sta sulle palle pure questa) il bonomi sai dove me lo metto... preferisco ignorare questa chiosetta e riguardami il post. davvero ben scritto. ne esce la parte migliore di te. di solito te la tieni sottocoperta.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@i.: immagino che il luogo dove metti il bonomi sia sulle palle dentro al cesso... :)(è una battuta, i., non ti ci avvitare sopra!)

Contento ti sia piaciuto, ma credo che tu voglia veder poco la mia parte sottocoperta, sennò avresti visto che scrivo spesso con quel lato li. :)

Bentornata, rompina!

SaraDurantini ha detto...

Bella l'immagine della pioggia a Parigi, mi ha ricordato molto il viaggio fatto un paio d'anni fa. Molte città d'Europa, tra cui Parigi. E la pioggia è stata un piacevole contorno di certe serate.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@sara: benvenuta! La pioggia di Parigi raramente richiede l'ombrello. La si piglia, ci si inumidisce, senza sentir gocciolare. Credo sia in offerta con il cielo: lui grigio che minaccia senza diluviare, lei che bagna ma non gocciola.....

Anonimo ha detto...

sai su cosa ci avvitiamo invece che sulle palle ?
non sei tu a dover dire quando scrivi in un modo o nell'altro. siamo noi fruitori. ognuno per quello che avverte ovviamente. hai sempre voluto giocare la partita di tennis su entrambi i campi e batterti le mani da solo. comunque finisse. (e vedrai che qui scatta l'sms coll'ira funesta. ma chissene tanto finisce anche il mondo tra un po' no?)

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@i.: questo si è un commento, i.! Un'interessante riflessione.

Premessa: io scrivo per me, non per farmi leggere, quantomeno in post come questo. Forse in altri, quelli dove parlo di cose sociali, allora scrivo per comunicare. Però è vero che il lettore legge ed interpreta con le proprie chiavi, e non è detto che corrispondano e interpretino quelle di chi scrive.

E' abilità dello scrittore saper fornire la modalità di interpretazione a chi legge (e io non son scrittore), ma ci vuole anche un lettore attento per cogliere ciò che non è servito su piatto d'argento.
Di sicuro il mio approccio non è quello che hai descritto, quello del campo da tennis, ma anche questo fa parte delle modalità di lettura reciproche. E' curioso che tu mi legga così, perché parti avvantaggiata... o forse per quello? :D

Anonimo ha detto...

se scrivessi per te mio caro federer scriveresti su una pergamena poggiata tra un calzino sporco e un libro di buzzati. invece è tutto qui in panavision. c'è sempre motivo per trasmettere agli spettatori/trici anelanti...una storia. non è mai solo per noi.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@i.: e chi te lo dice? Anche su questo hai vantaggio: sai come sono fatto, e sai che può far parte di me scrivere per me stesso ma in pubblico, non fosse altro per quella noncuranza che ho nell'espormi...

Comunque non un calzino sporco: quelli rigorosamente nel cesto della roba da lavare! :D Al limite fra un libro di Buzzati e un foglio dimenticato da mesi, quello si :D :D

Anonimo ha detto...

noncuranza ???...anche qui avrei qualcosa da dire. niente è per caso. nemmeno un'oscena giacca pied-de-poule a base azzurra con cravatta regimental marroncina. son scelte. dell'apparire più o meno shakerati nei colori. e più o meno a caso. più meno che più. (in fondo ho sempre sperato che fosse per scelta. quella cacofonia di colori. avrebbe un senso.)

Anonimo ha detto...

cacocromia. insomma sempre caco...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@i.: al netto della mia discromia conclamata, non ricordo di avere una giacca pied-de-poule, e tanto meno di averla indossata con una regimental marroncina... Possiedo regimental, certo, e anche una sulle tinte del marroncino, ma riesco a non indossarla sull'azzurro... :)

Però magari vedo azzurro o verde altri colori, come il famoso soprabito verde salvia che per me è caffelatte.... :D

E poi i cachi non mi piacciono, anzi, credo sia uno dei pochi frutti che mi fan proprio schifo! :D

Anonimo ha detto...

Febbraio 2005? O sei? Mamma mia se ne è' passato di tempo....

Anonimo ha detto...

schifo e cesso. due parole estreme. per definire con sprezzo. se avessi usato la parola schifo a tavola avrei preso una sberla in diretta a casa. non è casuale che tu le usi con me. è come sbattere la porta. o diventare furibondi al ristorante per futili motivi di discussione. raramente ho visto montare la rabbia in modo così immediato.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@i.: se mi conosci sai che non sbatto la porta in faccia. Poi pensala come credi....

Eva ha detto...

Ahahahha, il Natale mi piace, e quindi sono per le Luci e i colori, certo, quel pacco piazzato lì in mezzo non è proprio soft, diciamo, ma perchè no..
Per quanto riguarda Parigi, bellissima, ci ho vissuto, ma non ci ritornerei mai, forse solo in vacanza, e massimo 3 giorni! Però in questo periodo devo dire che è il Top!

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@katia: ma Parigi esiste? No, perché secondo me ne esistono tante, diverse, incastonate in un grande luogo incasinato...