giovedì 29 marzo 2012

Sospensioni furbette

Una sospensione attaccata ad una carrozzeria rossa, grintosa. Mille e mille parolacce lanciate contro qualunque oggetto composto da bytes. La tensione che crea curiosi comportamenti fra i componenti del gruppo.

Sono giorni che sto vivendo questo marasma, fra "cazzo, è caduto il server" e "fanculo, qui non funziona il comando" si fa lo slalom per riuscire a presentare un processo di progettazione che abbia un po' di significato reale, cercando di minimizzare i problemi ed esaltare i vantaggi.

E' una vita che lavoro seguendo queste problematiche. Un giorno sono automobili da sogno, il giorno dopo aerei, poi ecografi, poi apparati elettronici, poi.. chissà. Una vita che cerco di far capire al dirigente medio, all'imprenditore che il mondo sta cambiando, che l'artigianato ha la sua valenza in nicchie sempre più strette, e che sempre più sono richieste tecniche e metodologie moderne. Mi intristisce constatare l'ottusità intrisa di falsa furberia che permea le nostre aziende. In europa i manager mi chiedono sempre di quantificare i benefici qualitativi ed economici quando presento loro lo scenario, qui da noi mi domandano solo "quanto costa" per poi esclamare "quanto è caro!". Certo, è caro. Certo, tante cose sono migliorabili, eccome. Ma quello che mi sconvolge è l'assoluto disinteresse verso un miglioramento continuo dell'azienda, un atteggiamento che è l'immagine della nostra decadenza a livello di capacità imprenditoriale.

Riprendo a raffinare il processo da dimostrare. La prossima settimana faremo l'ennesima presentazione presso la più famosa e blasonata azienda italiana. Ancora una volta ci chiederanno se siam capaci ad andare su Marte saltellando su di un piede solo, per poi rinunciare a migliorare anche solo di poco i loro poco funzionali processi. Hanno ragione loro: sono fra le poche aziende che non conoscono la crisi (se non come scusa per espellere gli indesiderati), e la marginalità sul prodotto è così elevata che possono permettersi qualunque inefficienza. Però è triste prevedere che, di questo passo, il loro percorso industriale sarà segnato, e anche loro andranno ad arricchire la lunghissima lista del made in Italy sparito nel tramonto di una nazione che si crede intelligente ed invece è solo furbetta....

6 commenti:

LaNinin ha detto...

"la marginalità sul prodotto è così elevata che possono permettersi qualunque inefficienza".
Questa frase, che dice in breve come il nostro sistema economico è vissuto finora e ora ne paga (ne paghiamo!) le conseguenze, a te, a me, a tanti può sembrare ovvia, ma purtroppo il risveglio e la presa di coscienza sono ancora lontani e tante ancora saranno le vittime di questo modo di operare.
Sono speranzosa però, alla lunga il meglio viene sempre fuori e i furbetti faranno la fine del "sorcio"! E chi conosce i gatti sa cosa voglio dire.;)

pellona ha detto...
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Lala ha detto...

scusa ma perchè non sei capace? di andare su marte su un piede solo intendo?... limitatissimo :)

Anonimo ha detto...

e che io questo post lo mostrerei al piccolo imprenditorucolo che mi ha parlato di sogno imprenditoriale italiano due domeniche fa, dandomi della comunista. solo perché mi sono permessa di dire che l'imprenditoria italiana fa schifo. Peraltro non includendo lui, ma le blasonate andate avanti a colpi di incentivi e aiuti statali (cosa che lui negava sia mai successa). metti questo post ovunque o lo farò io.

Ilmondoatestaingiù ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Lala ha detto...

che volgare :D