giovedì 29 dicembre 2011

Guardare con gli occhi di altri



Lampo di luce che scende, e illumina la scena un secondo prima che il destino si compia. San Matteo sdraiato, le braccia aperte quasi ad accogliere la spada che sta per colpirlo.
Da una nube un angelo quasi si scaraventa giù, per arrivare a donar la palma del martirio al santo, prima che questo muoia. Attorno tutti guardano atterriti il "dopo". Già sanno. Devono saperlo.

Così è richiesto dalla controriforma. L'iconografia deve contenere evidenti tutti i segni che ricordino la retta fede. Tutti. La scena del delitto è li, costruita, arricchita di tutto quello che aiuta a celebrare il divino. Esagerata, barocca in tutta la sua opulenza. Quell'angelo che scende dalla nuvola è ridicolo nella sua irrealtà iconografica. Un baldacchino iconografico, ecco.

Ma... ma in fondo, giusto a sinistra della spalla del carnefice, sul fondo, da dietro un sipario creato da una figura evanescente, spunta un viso. Non fa parte della scena, non di quella recita. No.
E' il Caravaggio. Si sporge, guarda.


E' disgustato dalla scena. Ma non atterrito, non inorridito. No, è un disgusto, un raccapriccio quasi dolente. Dover rappresentare questa pantomima per poter essere accettato, per non essere, una volta ancora, tacciato di vilipendio. Tutto come vuole il committente.
E la perfezione della macchina barocca, una delle più splendide mai rappresentate da un artista, l'artista stesso la guarda con spregio, con tristezza. Caravaggio non sta guardando il martirio: sta guardando l'opera da dentro, e la sente estranea. Fasulla.

Quanto diversa è da un'altra sua opera, questa si viva, vera, partecipata. Il martirio di San Pietro


La costruzione falsamente semplice, la X identificata dalla croce da una parte, e dai due uomini che la issano dall'altro. L'uomo in primo piano non si vede in viso, ma il culo, nello sforzo di innalzare il legno. I suoi piedi luridi, in primo piano. Veri. Il terzo personaggio, all'estremità della croce, è ancora lui, Caravaggio, ritratto in ombra. Partecipe dell'azione, questa volta. Il quadro è suo, è vero, questo è il suo modo di sentire la pagina delle scritture. Ovviamente la tela non viene accettata dal committente: blasfema.

Il bello è nell'invenzione che travalica la regola. Il capolavoro fatto con il bilancino viene giudicato dall'autore stesso, con quella smorfia di disapprovazione.

Il bello è in quei piedi luridi, esibiti come verità. E' nell'emozione raccolta guardando la tela, secoli dopo.


21 commenti:

Anonimo ha detto...

ossignur. il caravaggio. soffrire per forza. poi ti vengon le coliche.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@i.: non è soffrir per forza, anzi. Proprio bello.

Per l'8 di dicembre mi sono guardato lo scudo della medusa agli Uffizi. Impressionante.

Lascia star: il Caravaggio è un gran pittore. Dopo di lui è stato solo sterile ripetizione di simbologie.

the pellons ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...
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Anonimo ha detto...

Aggiungono pensieri le tue riflessioni.Interessanti quanto provocatori gli accostamenti di Pittura alla Musica.
La vita il più delle volte cammina su questi doppi binari.
AUGURI,Marzio,Mirka

Anonimo ha detto...

E' fantastico. E fa il suo lavoro. Mi mette ansia con indiscussa potenza.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@mirka: auguri tanti anche a te, artista vera!

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@anonimo: il suo lavoro credo fosse quello di fare arte, nel contesto storico nel quale si trovava.

La committenza controriformista gli chiedeva agiografia, lui ci metteva intuizione artistica, capacità e genio.

Può piacere o meno la struttura barocca dei suoi quadri, ma è evidente la sua completa diversità dai pittori suoi contemporanei. Solo la Gentileschi ha colto molte delle sue intuizioni...

Anonimo ha detto...

Marzio mi obblighi ancora a cercare le parole sul dizionario. Ero io.' Derubricata ' ad anonimo. I.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@i.: ti sei autoderubricata. Basta firmare :)

lala ha detto...

vedi vedi che la serata passata con Vic ti è rimasta dentro :)... se vuoi ti presto il suo libro sul caravaggio BASTA CHE TORNA INDIETRO che c'è l'autografo ... fatto con la biro che poi mi ha ciulato... vabbè per lui questo e altro :)

the pellons ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...

@lala: te l'ho già detto che penso che Sgarbi sia un ottimo critico d'arte, con delle belle intuizioni.

Però mi sta sui maroni in modo sconsiderato, quindi declino volentieri l'offerta del libro :)

Ilmondoatestaingiù ha detto...
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Lala ha detto...

...ti perdono perchè non sai quello che dici -_- ... :)

Anonimo ha detto...

Molte cose su cui concordo Marzio, alcune le sento veramente Tue nel senso di nuove, E questo è un regalo così come lo è la scoperta di una tua passione per la pittura e la sua erudita conoscenza critica.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@Enzo: non è erudita conoscenza. La storia sull'espressione di Caravaggio è mia (se qualcun altro l'ha già scritta, ed è probabile, non lo conosco). Il resto è cercare di capire, osservare, contestualizzare...

the pellons ha detto...
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Ilmondoatestaingiù ha detto...
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stefano massa ha detto...

ci siamo visti qualche volta su splinder..ad ogni buon conto adesso sono operativo su wordpress con stefanomassa.wordpress.com
speroo che interagiremo!
nel mentre buon anno!

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@stefano: dubito che ci siamo mai visti su splinder. Ad ogni buon conto, benvenuto