venerdì 10 giugno 2011

Traslochi

Nella mia vita ho fatto parecchi traslochi. Diciamo che sono cresciuto nell'incubo dei traslochi, fin da quando, bimbo, sentivo le lamentele di mia madre che si preoccupava dell'imminente cambiamento di residenza.

Spesso il trasloco coincide con una svolta nella vita. Nacqui un mese dopo il trasloco dei miei, quasi come fossi una suppellettile uscita dagli scatoloni (quante cose fanno capolino in questo modo dopo un trasloco!). Il mio primo coincise con la fine del mondo mitologico prescolastico, come se il mio ingresso alle elementari dovesse essere sottolineato da un totale mutamento delle condizioni ambientali, dalla brianza alle valli, dalle chiuse leonardesche alle incisioni preistoriche.
Il secondo fu traumatico: in piena adolescenza - inserito in un ambiente sociale che, nel bene o nel male mi apparteneva, dove avevo le mie amicizie forti, le attrazioni potenti per le ragazze che conoscevo fin dalle elementari - venni scaraventato in una situazione completamente diversa, molto più evoluta e articolata di quella da cui provenivo. Un marker importante, indelebile, che mi insegnò ad affrontare le difficoltà della vita con forza, a non farmi sopraffare.
Il terzo coincise con il matrimonio, e fu un quasi trasloco, in quanto portai con me pezzi di vita come i miei libri, il mio pianoforte, la mia musica. Il quarto seguì subito dopo, doveva indicare l'assestamento che non ci fu mai, l'attesa per un consolidamento che non venne.
Il quinto aprì il periodo delle perplessità. Non cercato, coincidente con un enorme rischio economico, si risolse nel periodo più bello della mia vita: il piacere di aver fatto qualcosa, di godere finalmente di un po' di tranquillità, pur nella presa di coscienza che la mia vita era incompleta, insoddisfacente.

Oggi sono alle prese di nuovo con gli scatoloni. Una casa da impacchettare, una riduzione degli spazi, delle cose, della vita. La fine di un percorso di vita insieme, la riscoperta della solitudine, abitare una casa piena solo di me stesso, dei miei pensieri, quasi come fosse una barca nel mare. Ancora una volta un trasloco è un momento di rottura, di passaggio, di cambiamento.

Eppure i cartoni più difficili da riempire sono quelli che contengono i ricordi e i sentimenti. Saranno difficili da chiudere, forse non si chiuderanno mai. E sarà difficile girarsi a chiudere la porta di questa casa che, a dispetto dei rogiti, rimarrà sempre mia.

5 commenti:

enzorasi ha detto...

Se ti dico che mi spiace mi credi? Non ti conosco, ma mi spiace. Mi sono tornati in mente vividi i giorni di 15 anni fa, quando compii gli stessi gesti tuoi. Feci le stesse riflessioni. Io ci sono ancora dentro in modo crudele. Vorrei, da perfetto sconosciuto, augurarti un esito diverso e un futuro degno di essere chiamato tale.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Enzo, credi pure a me, mi spiace molto che tu ti senta dentro ancora in questa centrifuga. Spero solo che tu lo sia almeno per un'altra storia - non che questo sia un sollievo, anzi, ma almeno significa che in mezzo hai vissuto probabilmente dei momenti belli.

Ecco, quando sento la salita, mi ricordo dei momenti belli che ho vissuto, e di come, sempre, nel momento in cui li vivo, mi dico: "ecco, ricordati di questo momento, fanne tesoro per quando la merda ti arriverà alla gola. Ricordati che si può essere più felici di così".

Non funziona sempre, eh... ma ci si prova!

Pippo ha detto...

Come Ti capisco... TRASLOCHI ITALIA SERVICE: Molto cari. C'è di peggio e c'é di moooolto meglio per quello che si fanno pagare.
Grazie alla loro negligenza e superficialità, è stato rubato a bordo del loro automezzo il corredo di mia moglie dal valore di circa 3.500,00 €uro, ed alla fine hanno fatto "spalluccie". E pensare che, prima di fare il trasloco, era nelle mie intenzioni fare una polizza assicurativa. Mi risposero che sarebbe stata solo una spesa superflua in quanto, per qualsiasi cosa, ne avrebbero risposto loro... Grazie!!!
LA LORO SERIETA' E LA LORO PAROLA VALGONO QUANTO UN PEZZO DI MERDA.
SCONSIGLIATISSIMO

LadeaKalì ha detto...

Ho latente dentro di me una voglia di traslocare, di ricominciare in un'altra casa, in un'altra città. E' una piccola parte di me che ogni tanto fa capolino. Non riuscirei a concepire la mia vita senza i mostrilli, e sono felicissima qui e con loro, ma a volte mi piacerebbe vivere da sola, anche solo per un po', io che sola (di legami e obblighi) non sono mai stata.
Certo che si può essere felici più di così. I limiti ce li poniamo solo noi. Io c'ho impiegato un po', ma adesso sono serena davvero.
Migliorerà, testaingiù, ne sono certa...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

Kalì, non è così importante che migliori o peggiori (oddio, io spero sempre che sia meglio, è chiaro!): il punto è che il mio bagaglio, i miei cartoni - quelli che contengono gioie, fatiche, successi, fallimenti - sono tutti li, e me li porto dietro nei traslochi, che sono i punti di rottura della vita.

Tu l'hai colto, dicendo che vorresti spostarti da li, almeno come desiderio che non è legato alla città, ma al desiderio di una cesura, di un punto di svolta.
Non è certo necessario far tutto sto bordello per definire una pietra miliare nella propria vita, però... :D