lunedì 3 agosto 2015

Dopo un anno

Mi arriva una mail. Poche righe, quella importante recita "Permangono le condizioni per proseguire la sorveglianza attiva".

Chiudo la mail, e tiro un sospiro di sollievo. Gli esami fatti in autonomia, e quelli dello studio verticale effettuati in ospedale, hanno dato finalmente buoni risultati. Dopo che durante l'inverno e la primavera, fra le varie vicissitudini di salute e non, sembrava che stessi scivolando su di una brutta china, ora finalmente la situazione sembra essere tornata sotto controllo.

L'esperienza della malattia mi ha toccato non poco. Quando si vive una malattia che può diventare letale, le cose prendono un'altra prospettiva. Ti rendi conto di cosa ti aspetti dalla vita, e di cosa non ti vorresti trovare ad affrontare. Purtroppo ho sentito tanti racconti da parte di persone che, entrate nel tunnel del cancro, si rendono conto di non avere l'appoggio di coloro che sono loro vicini. A volte scoprono la loro fuga.

Io ero convinto di essere nelle condizioni ideali, con una compagna che aveva a sua volta vissuto un percorso simile, e che quindi "sapeva" bene cosa si provava in quei frangenti, conosceva le fragilità ed il bisogno di avere qualcuno accanto che condividesse i timori di quanto stava accadendo. Questa convinzione era così forte che sul momento non mi resi conto di quello che stava succedendo realmente.
E' passato più di un anno da allora. La compagna è diventata ex, fra errori reciproci. Nel lavoro di elaborazione emotiva della chiusura di questo rapporto sono emersi tanti tasselli che non avevo riconosciuto durante la relazione. Solo ora ho raggiunto la consapevolezza che è stato significativo non essere stata fisicamente al fianco del compagno malato di cancro nei momenti salienti di questa malattia, durante la biopsia o quando c'era da parlare con gli specialisti per decidere la terapia da adottare. Erano momenti fondamentali di condivisione, e non ci sono stati, con scuse di lavoro per la biopsia, e neppure quelle dopo.

Ci è voluto molto tempo per vedere le cose in modo più oggettivo. Fossi stato meno coinvolto mi sarei reso conto che tutto era già finito a quel tempo. Era così chiaro...


4 commenti:

Pellegrina ha detto...

Evviva le buone notizie.

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@pellegrina: si, tutte quante! ;)

Anonimo ha detto...

col senno di poi. tempo al tempo. Iddio chiude un uscio e apre una finestra.... capisc'a me!:)

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@germogliare: :) quanto sei saggia, amica mia! Bisogna vedere se il grande architetto (o il caso, inserisci quello che preferisci) ha previsto una finestra nel locale :D