lunedì 29 aprile 2013

La locomotiva

Non so che viso avesse
neppure come si chiamava,
con che voce parlasse
con quale voce poi cantava...

Quante volte ho cantato questa canzone, dai tempi in cui ero liceale. Quante volte ognuno di noi l'avrà cantata, una bella ballata, di quelle che danno la carica. La voce di Guccini è la voce di tutti noi, lo è stata soprattutto per coloro che appartengono alla mia generazione.

Oggi, quando ho sentito di quella sparatoria davanti a palazzo Chigi, improvvisamente ho sentito questa stessa canzone in mente. Che differenza c'era fra "l'eroe" della locomotiva, il "pazzo lanciato contro al treno" e il pazzo che spara addosso ai primi che trova? Entrambi colpiscono a casaccio, il primo causando una strage di persone normali che viaggiano nel treno, il secondo sparando addosso a dei carabinieri la cui unica colpa è di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Azioni inutili e dannose, entrambe, fatte verso innocenti.
Ma l'uomo della locomotiva ha avuto una canzone per lui. Un oscuro episodio di lotta anarchica reso eterno, sulle labbra dei tanti che hanno cantato le strofe anche per lui. Questo pazzo non avrà nulla, per fortuna. O magari, chissà, fra qualche anno qualcuno gli farà una poesia, o una canzone, celebrandolo come alfiere della lotta contro la casta.

Ci penso e mi dico che, per quanto quella canzone mi piaccia tanto, abbia tanti ricordi legati, non ho più voglia di cantarla. Non è facendo del male agli altri che si sostengono le idee. Nemmeno urlando sguaiatamente, perché qualcuno che prende l'aggressività verbale come incitamento alla violenza, prima o poi lo si trova sempre.


5 commenti:

PdC ha detto...

Colpisce la motivazione apparentemente molto personale (separazione, debiti, ci rassicurano che voleva anche suicidarsi alla fine, come perfetto corollario di una tragedia tutta privata) rispetto alla platealita del gesto.
Mi ha colpito l'accostamento delle immagini tra la calma olimpica all'interno del palazzo e la concitazione fuori, perfetta immagine della distanza siderale tra le istituzioni ed il paese$xm
E si, concordo pienamente con te, la violenza verbale e sempre l'anticamera di quella fisica. E spesso, in quanto subdola, peggiore.

Bianca2007 ha detto...

Mah! Il controllo di se è fondamentale,ma chi ha il diritto di "giudicare" quando il cervello parte a causa del disadattamento verso una società che ha spinto ad essere quello che diventi e contro la propria natura,magari anche mite e fuori da ogni aggressività se non per difesa e anche inadeguata per le continue violenze obbligate a subire?... Mirka

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@pdc,mirka: avete entrambe giustamente sottolineato l'aspetto privato del singolo. Ma proprio qui sta il punto: un singolo disperato decide di scaricare la sua rabbia a caso se vi è in qualche modo incitato. Ciò non significa che le storture della società, e della politica nella fattispecie, non sono da denunciare, anzi! Ma un conto è la denuncia, argomentata, dettagliata (lasciami dire, alla Gabanelli), un altro le piazzate roboanti, quelle dei puri contro i maligni, dell'aggressione verbale, della denigrazione. Lo so che molte volte viene spontanea, soprattutto verso alcuni soggetti che non sto a nominare....

Anonimo ha detto...

io tante volte l'ho cantata, a fine di ogni concerto. Per molti anni. Anche col gesto rituale. Piano piano, concerto dopo concerto, ho sperato cambiasse il finale...

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@minnie: ecco....