martedì 9 aprile 2013

Gli artisti maledetti a Palazzo Reale



Domenica sono andato alla mostra temporanea in Palazzo Reale, denominata Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti.

Al solito, titolo acchiappapubblico, ma nemmeno troppo. In effetti, due sale dedicate a Modigliani e Soutine c'erano; gli artisti maledetti invece è una descrizione folkloristica per quella scuola artistica, se di scuola si può parlare, che fioriva nei primi 20 anni del novecento a Parigi.
In realtà scuola non fu, ma fucina di una buona parte dell'arte europea e non solo del novecento si. Fra Montmartre e Montparnasse in quegli anni transitarono scrittori, musicisti, pittori, filosofi, che poi aprirono i filoni più disparati. Picasso, Modigliani, Satie, Stravinsky e tantissimi altri, assidui frequentatori dei bistrot della zona e dell'assenzio, dell'hasish e dell'alcol, mediamente alla fame, quasi tutti di origini semite.

La vita di bohème, insomma


Amedeo Modigliani


Questa mostra, per me, è stata importante per la scoperta di pittori che non conoscevo affatto. Ma soprattutto è stata la folgorazione della poetica del ritrattismo. In un periodo artistico di pura rottura di ogni schema, nella letteratura come nella musica e nella pittura, questi artisti d'avanguardia, chi più chi meno, ripresero e rielaborarono il concetto del ritratto, non più come verosimiglianza (la fotografia consentiva già di ottenere ottimi risultati) ma come lettura introspettiva ed interpretativa nella somiglianza dei soggetti. E' impressionante vedere, dove erano disponibili, le foto dei soggetti ritratti e il dipinto. Ci si rende conto che, all'interno della destrutturazione dell'opera, i tratti somatici sono riconoscibilissimi. Ma il pittore evidenzia, fa uscire dal quadro l'anima della persona.

Mi ha particolarmente colpito questo quadro di Soutine, un pittore russo evidentemente pazzo, ma capace di rendere con una potenza esagerata il carattere del soggetto. Questo ritratto di ebreo mi richiama questo brano di Mussorgsky, Gnomus, tratto dai Quadri di un'esposizione, altrettanto potente e descrittivo.



Chaim Soutine



Un'artista che non conoscevo assolutamente è Suzanne Valadon. Una pittrice senza alcuna formazione, una modella che, posando, ha rubato la tecnica ai pittori che frequentava, e ha rappresentato il suo mondo, il suo punto di vista. I suoi nudi, autoritratti spesso, potenti, sensuali, sono miracolosi per quanto riescono ad esprimere uscendo al di fuori degli schemi accademici













Suzanne Valadon



Fra i vari tipi di ritratto, il nudo è quello più di rottura con la società e la cultura borghese di inizio 900. Un nudo non interpretato, urlato quasi, come nel caso di questo a fianco, che sfuma i dettagli del viso per concentrarsi sulla resa dell'addome del soggetto, con una resa non realistica, ma verosimile, e d'impatto emotivo molto evidente.














Henri Epstein



O come questo ritratto, che deve il suo impatto nella posa non ortodossa della modella, non certo nella sua esecuzione..

















Zygmunt Landau


Una mostra interessante, a mio avviso. Da gustare senza preconcetti, senza pensare di trovare il grande autore, ma un buon sentiero per avvicinarsi ad un periodo cruciale per l'arte europea.

7 commenti:

verdeacqua ha detto...

le mostre a Milano, uno dei pochi motivi per cui vorrei vivere nella grande metropoli italiana!

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@verdeacqua: come sai non è così distante da dove vivi tu... ;)

Per il resto ha anche tanti svantaggi!

Bianca2007 ha detto...

Per me l'opera d'arte deve portarmi emozione e pensiero poi.Sono una passionale e,credo lo si sia capito.
Se a te queste opere hanno portato qualcosa,che ne so,luce,interesse,curiosità a saperne di più,piacere e non solo estetico,ebbene valeva la pena di vedere quella mostra e io sono felice per te.Come lo sarei per ogni persona che prova i piaceri della conoscenza attraverso ogni sua forma. Mirka

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@mirka: è un bel punto quello che poni, Mirka. Sono d'accordo con te, l'arte deve portare emozione. E' il percorso all'emozione che probabilmente è diverso persona per persona.
Rileggendo quello che ho scritto ho avuto anch'io la tua impressione. Ho raccontato il percorso - per sommi capi - ma non l'emozione. In realtà, di fronte al quadro di Soutine, mi sono emozionato tantissimo. E curiosamente non ho incluso un altro ritratto di Modigliani che mi ha dato emozione, e non so perché.

Bianca2007 ha detto...

Non importa che tu sappia cognitivamente perchè quel quadro ha portato emozioni in te,Marzio.E' avvenuto e questo basta. Si può anche morire per troppe emozioni alla volta! Nel tempo poi sarà un fatto,un dettaglio,un baluginio improvviso,un'odore, a farti capire "quel" perchè restato misterioso e sospeso nell'allora,preciso nel tempo giusto per un'insieme a sapere.Mirka

PdC ha detto...

Mi fai da guida?

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@pdc: ci facciam da guida reciprocamente? ;)