martedì 23 agosto 2011

Montagna

Il caldo oppressivo di questi giorni mi fa sognare la montagna. Io ci ho abitato in montagna, da bambino, per dieci anni. Ti forma il carattere, almeno un po'. Ti abitua al freddo intenso, alle estati dolci, ai percorsi obbligati e alla fatica delle salite.

Abito in pianura da moltissimi anni. Eppure questa voglia di montagna, di montagne, ogni tanto se ne esce. Il mio respiro non mi permette più le camminate leggere di una volta, né in fondo mi interessano più di tanto. Non mi piace la gara, il confronto, la meta. Mi piace godere, invece, quello che sa dare. Guardo con curiosità quelli che "oggi siamo stati qui, 3 ore di salita, 800 metri di dislivello, bla bla bla": io credo che non sappiano godere quello che hanno attraversato. Tanto vale, questi exploit, farli su un tapis roulant che consente loro anche di regolare millimetricamente le pendenze.

No, io credo che sia bello guardarsi attorno, fermarsi. Fotografare. Respirare quel profumo sempre diverso, ascoltare quel canto del vento nei larici. Allora credo che valga la pena salire per i sentieri, e la meta assume l'importanza non relativa alla fatica o alla conquista, ma per quello che ti sa raccontare.

Quest'anno volevo ascoltare una montagna. Anche stavolta non è stato possibile. Non tutti i percorsi sono aperti


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Scrivi talmente bene da far sentire attorno la sicurezza meravigliosa della vita che s'eterna.
Sono una camminatrice ma non di montagna.Di boschi invece si dove immergendo i piedi nel punto più alto dell'erba si gode di ogni sussurro e d'ogni piccolo strepito.Però ricordo molto bene ciò che ho provato a Livinio e al Lago di Carezza.(in quest'ultimo,credo vi fosse un unico albergo).Ginepri più coccole che aghi,tronchi che si spellano e all'annodatura i primi rami sono gonfi di muscoli crespi come braccia di forti creature.E aria.Aria come prine con la quale eri un TuttoUno e non t'avrebbe assolutamente importato se la "nobile signora in nero" t'avrebbe costì raggiunta.La felicità era piena di quell'aria dall'odore carnoso delle papilionacee di ogni colore,della neve,dell'ignoto Dio.Grazie per avermi ispirato qquesti ricordi di altri tempi ma vivi di vissuto che annullava ogni altra immaginazione.Bianca 2007

Ilmondoatestaingiù ha detto...

La montagna della foto l'avevo di fronte alla finestra del soggiorno. La vedevo semplicemente da 200 metri più in basso (direi che questa sia stata scattata dal parco delle incisioni rupestri).

Quando hai tutti i giorni sotto agli occhi una meraviglia così, quasi ti ci abitui. Eppure questa ti si insinua sottopelle, ti rimane dentro. Una specie di richiamo.

Quest'anno, dopo una ventina, voglio provare a ricominciare a sciare, per andare non a fare lo scemo come quando ero ragazzo e mi lanciavo in folli discese libere, ma per sciare lentamente nelle poche piste rimaste nei boschi, per sentire il fresco profumo degli abeti che lasciano cadere dai rami la neve caduta nella notte.

Forse anche questo è un déjà vu...

Anonimo ha detto...

Da me non funziona nulla.Sarà effetto del caldo dal momento che sono in pianura.Proverò più tardi.Per ora,buon appetito e...leggerezza,mi raccomando che ogni digestione è alquanto difficìle! Bianca 2007

LadeaKalì ha detto...

Ciao, grazie per essere passato.
Posso dirti che pur avendo scoperto da poco la montagna d'estate, capisco benissimo quello che esprimi quando parli di fermarsi a sentire. Mi sono ritrovata ad un'altezza insolita per me, "marittima" di nascita e residente in una metropoli, e quell'aria così pulita, quel silenzio, quella possibilità di far spaziare lo sguardo mi hanno incantato. Da ripetere sicuramente la prossima estate.
A presto!