Sto leggendo specifiche di requisiti alle quali rispondere entro breve. Mi isolo dall'ambiente ascoltando Gould che suona le Invenzioni di Bach. Questa, che era nelle mie dita tanti anni fa, mi fa sognare. L'inseguirsi delle tre voci, la raffinatezza del dialogo sciorinata da Gould e resa evidente nelle cuffie, nelle quali si sente ogni rumore del pianoforte, si dispiega come uno dei grafici che leggo sui fogli che ho davanti.
Picchi di montagne, guglie di cattedrali gotiche. Equazioni che si risolvono quasi per incanto. In questa struttura chiarissima e complicatissima c'è un barlume di un'eternità che non conosco.
Ritorno alla Change Analysis.
Change.
Analysis.
Invenzioni....
26 commenti:
pensa bello, quando saremo in pensione a villa arzilla io sbaverò sul bavaglio ascoltandoti suonare le invenzioni su un vecchio piano verticale un po' scordato. e una giovane e procace badante si appoggerà a te e ti girerà le pagine dello spartito. pestando il tubo del catetere.
@lapo: il piano scordato, anzi, scordatissimo ce l'ho.
Per il catetere ci attrezziamo.
Il problema è che ho disimparato a suonare, e questo altro che innocue sbavature ti procurerà :D
Steinway to heaven...
Incredibile! Questo Glenn Gould? Troppo pedale,troppa massa,troppo volume anche se non manca di creatività spirituale e di un bel tessuto sonoro.
Ciao Marzietto un pò biricchino eh!?...Mirka
@mirka: premessa: il filmato l'ho linkato senza ascoltarlo perché ero in ufficio. Li mi ascoltavo la mia copia dall'iPhone (ebbene si, ho quei 6 GB di musica sull'iPhone per i momenti difficili..).
Stasera mi sono messo a comparare il filmato con il mio CD. Beh, è la stessa esecuzione. E' solo un po' più pulito il suono dal CD (probabilmente la campionatura usata per il sonoro del filmato), ma l'esecuzione è la stessa, sia nella durata al secondo, sia per le piccole varianti "calligrafiche" dell'esecuzione (due minuscoli trattenuti su abbellimenti).
Ascoltandolo in cuffia ho controllato il pedale. Rispetto alla media di Gould è più presente, certo, ma utilizzato per dare un effetto "volume" su alcuni passaggi, e non per legare. I puntati sono i suoi, senza alcun dubbio. Si sente bene il suo mugolio di sottofondo.
Non riesco a trovare il riferimento, ma avevo letto da qualche parte che le invenzioni erano state registrate su di un pianoforte Yamaha, invece dello Steinway contrattuale. Può essere che con quel pianoforte (mai più utilizzato) abbia cambiato qualcosa perché non soddisfatto della sonorità. Ipotesi.
@minnie: :))
Una Steinway in do maggiore?
posso assicurarvi che nella vita reale non è cosi' soporifero (un po' arrogante si.. un po' tronfio..ma se vuole sa essere molto interessante. è che qui ha deciso di proporre solo sto lato qui. mah..de gustibus..)
@anonimo isa: grazie per aver ricordato che sono meglio di come mi dipingi :)
Che strano! Eppure non riesce a convincermi Gould in quelle invenzioni.Riconosco la famosa sedia,il pianoforte,persino la lampada ma per il resto lo sento lontano da come lo conosco io.
Restano in ogni caso le ipotetiche ipotesi di stortura causate dall'incisione.
Bon.Il grazie comunque te lo debbo in ogni caso.Mirka
@mirka: apri un discorso molto complesso, che è quello della percezione. A me capita spessissimo che interpretazioni che mi avevano entusiasmato, riascoltate dopo tempo non mi restituiscano la stessa emozione, a volte nessuna sensazione.
Eppure, essendo delle registrazioni, l'esecuzione non era cambiata di un amen. Dunque l'unica possibilità è che sia stato io, il mio modo di percepire, l'elemento che si è modificato nel tempo, perdendo alcuni recettori, acquisendone degli altri.
Per non parlar del sistema di riproduzione: la sensazione di "esserci" che si ha con un sistema di riproduzione più fedele (cuffie, casse elettrostatiche, ecc) mi provoca un coinvolgimento differente. E' la stessa cosa che capita in una sala da concerto: l'impatto che ho avuto in scala, seconda fila di platea, praticamente sotto i piedi di Barenboin, è stato ben diverso dal punto di vista sonoro di trovarsi in un palco, anche ben posizionato (e la scala continua ad avere un'acustica mediocre, ed è un peccato che una sala acusticamente perfetta come quella degli arcimboldi non sia utilizzata per concerti...).
sulla roba elettrostatica dissento.
mi permetto un suggerimento.
http://www.klipsch.com/klipschorn-floorstanding-speaker
ma ci vuole una sala adeguata che le ospiti.
ho una loro imitazione costruita da un artigiano in castagno, casse da novanta chili l'una pilotate da due finali lenco "dolci" da centoquaranta watt l'uno.
senza arrivare alla "classe a" e all'"high end" non ho ancora sentito nulla che passi da un pianissimo ad un transiente con tanta naturalezza.
@lapo: anche quelli gran begli oggetti.
Sulle casse elettrostatiche ero molto scettico. Un mio ex collega, una decina di anni fa, mi invitò a casa sua a vedere il nuovo "bambino": si trattava di una coppia di casse elettrostatiche che allora costavano come un'auto media. Preventivamente mi disse di portarmi un CD che conoscevo bene, ma molto bene. Così feci.
Quel CD cambiò faccia. Era una presa dal vivo, riuscivo a sentire distintamente lo scalpiccio delle persone sedute nelle prime file. Forse il suono un po' secco (avrei dovuto portare altri CD per esserne certo), ma un'esperienza.
Le klipsch purtroppo non le ho mai sentite con le mie orecchie. Solo sentite raccontare...
ne ascoltai alcune molto tempo fa.
le magneplanar mi impressionarono molto, ma troppo secche, asciutte appunto.
passava tutto ma l'emozione rimaneva nei cavi.
ho una convinzione, che il primo uomo che fece musica usò un legno, e quella materia è ancora importante, in un violino come in una cassa acustica.
il suono è fatto di onde, per trasportarlo basta un filo, per amplificarlo basta un due enne trenta cinquantacinque, per riprodurlo ci vuole del legno che suoni con noi.
non è solo una legge fisica, è la natura che si esprime in musica.
@lapo: è molto poetico ciò che dici ma io penso che la poesia non è nella cassa, ma nel legno, nell'ottone, nel metallo dello strumento suonato dal musicista.
Non mi piace che uno strumento di riproduzione ci metta del suo. Per questo mi avevano impressionato le casse elettrostatiche, anche se avevano questo suono secco che deriva proprio dalla mancanza dell'assorbimento del legno delle frequenze più alte...
lo strumento di riproduzione deve metterci del suo, proprio come un violino o anche la sala dove viene suonato. resa cromatica, profondità prospettica, timbrica, dinamica, amalgama, separazione fra gli strumenti, esaltazione dei solisti, tutti possono essere difetti o qualità di un altoparlante, sono comunque impronte caratteriali che modificano il suono e la sua percezione. un ingegnere cerca la perfezione, un musicista cerca l'armonia, l'equilibro, la trasmissione dell'emozione. non si spiegherebbe glenn gould altrimenti. so di non convincerti, ma tu non convincerai me.
@lapo: no, non son convinto per nulla. Glenn Gould non è il legno della cassa, è quello che forse è dentro il CD (e anche li c'è la mediazione del sistema di cattura).
E se anche lo ascoltassi di fianco al pianoforte, c'è la mediazione del tuo orecchio e del tuo sentire. Ma è il minimo disturbo che ci possiamo infilare....
In altri termini, la catena che riproduce (non esegue, riproduce...) il suono dovrebbe cercare di trasportare con le minori modifiche possibili quello che l'interprete con i suoi strumenti ha fatto. Ossia: le armoniche della cassa non c'entrano nulla con le armoniche proprie del pianoforte e della stanza nella quale è suonato (che spesso rovina tutto, vedi la scala, ad esempio...)
ascolta il tuo glenn gould su un paio do klipsch, mi darai ragione.
@lapo: sicuramente più neutre delle casse che ho io, non c'è dubbio.
Ma il punto non era quello :)
@MP: eh, c'hai ragione.. ;)
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