Frenetica la danza delle dita sullo schermo dell'iPhone. Prendere biglietto. Correre. Desiderare.
Preso. Che importa se pochi possono comprendere quello che tu sentirai? Hai lasciato dietro di te tanto nella tua vita, non sarà questa tua peculiarità che farà la differenza. Anzi. Ti ritrovi nel tuo io.
Quasi la pesantezza della riunione fiume svanisce davanti a ciò che sai ti aspetta. E sembra che la giornata pieghi inspiegabilmente al bello.
Sera. Ti infili nella cerchia dei navigli. Porta Cicca. San Gottardo. Auditorium. Il parcheggio che conosci, con prezzi nemmeno da rapina per essere in semicentro. Toast. Birretta. Caffè. Sorriso. Foyer. Biglietto che non c'è, te lo ristampano. Posto in balconata, appeso fra il soffitto e le scollature delle orchestrali. Pensi al caldo, musicale profumo di quei seni, e ti rattristi.
Rilling entra, carico di anni e di scoliosi. Ti è simpatico, ti piacerebbe berci una birra assieme. Lo sai bene.
Selig sind, die da Leid tragen,
denn sie sollen getröstet werden.
Beati gli afflitti perché saranno consolati. I passi del Requiem di Brahms cominciano, insinuanti, in un canto quasi antico, che risuona a tratti di cattedrali gotiche, ma ritmati dall'incedere dei timpani che annunciano le emozioni che seguiranno. Il respiro si sintonizza, il canto ti entra dentro. La tensione del brano che si scioglie nel tema contrapposto, consolatorio, "Sie gehen hin und weinen und tragen edlen Samen, und kommen mit Freuden und bringen ihre Garben", parte piangendo che porta con sé il seme, ma torna con giubilo recando con sé i covoni. E io piango con chi parte, la dolce tristezza del lutto
Denn alles Fleisch ist wie Gras
und alle Herrlichkeit des Menschen
wie des Grases Blumen.
Das Gras ist verdorret
und die Blume abgefallen.
Perché la carne è come l'erba, e ogni suo splendore è come il fiore di campo. L'erba inaridisce ed i fiori appassiscono. Camminano forti ora i timpani, e ti accompagnano nel crescendo che non finisce mai, nel turbine caleidoscopico delle voci che ti urlano dentro, ti fanno salire e scendere da vette di emozione, per portarti all'esplosione del primo fugato del coro, che ti ispira la visione dell'eterna rincorsa. Non della morte, ma della vita, dei suoi frutti, delle sue bellezze.
Il concerto scorre, le emozioni costruiscono via via la salita al passaggio chiave dell'opera, dove si prepara l'esplosione della grande fuga
Tod, wo ist dein Stachel?
Hölle, wo ist dein Sieg?
Morte, dov'è la tua falce, dov'è la tua vittoria? Dov'è la vittoria delle avversità della vita? Le assenze, le persone che ti mancano, il dolore lancinante, dov'è? Nell'urlo disperato, consolatorio che tramite la bellezza accecante della musica ti porta in una dimensione diversa, dove tutto è possibile, dove non esiste passato o futuro, ma tutto rotea nell'infinità della musica
No, non è finita. Esco dall'auditorium, gli occhi che tirano per le lacrime ricacciate, per l'evocazione di tutti i lutti, gli amori, i dolori, le gioie di una vita. E in auto, la Pavane di Ravel se ne esce dalla radio.
La dolcezza finale, una carezza per una sera d'inverno che manca dei profumi che la musica suggerisce.....
11 commenti:
R.I.P. http://static.tuttogratis.it/attualita/fotogallery/628X0/17845/tomba-horror.jpg
:)
@lala: :)
Una prece
Hai portato anche a me commozione e...ricordi.Mirka
@mirka: hai cantato la parte da solista? E' da soprano, ma non mi è parso che sia impossibile ad un mezzosoprano, essendo imperniata sui registri medi ma richiedendo una bel volume vocale...
a me invece una commozione cerebrale. son molto preoccupata. scatta la chioccia-cerca-moglie.
@i: lo sai bene che su quello non sei perfomante per nulla... lasa stà
No Marzio,non ho cantato la parte del soprano nel Requiem di Brahms,ma ho avuto il bene d'ascoltare,in casa e in sala delle prove straordinarie da C.M.Giulini mia guida per tante cose e amico.Buona serata,magari con Ravel.Anch'io penso d'ascoltarlo.Un pò di tempo fa ho letto un racconto di una scrittrice a telereggio e ho voluto mettere come sottofondo questo Ravel,Il racconto aveva per titolo "Il chiama angeli".Ancora adesso la prima a commuovermi sono sempre io.Mirka
@mirka: una gran fortuna aver potuto dialogare con persone così ricche di arte, e allo stesso tempo, mi raccontano, così naturali nel loro genio....
Si,Marzio,un pò di bella fortuna c'è stata anche per me e senza sforzo di nessuna supplica.Quindi,una grande inestimabile fortuna.Appunto quella che non si compra con li denari.Serena giornata a te.Mirka
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