Saint-Ouen scorre attorno a me. Siamo usciti dalla peripherique all'altezza dello Stade de France, a Saint-Denis. La periferia di Parigi, quella multietnica, mi si presenta, con i suoi locali che vantano provenienze da ogni angolo del mondo. Le brasserie con le sedie già ammonticchiate sui tavoli, le pulizie serali in corso, di fianco alle tavole calde magrebine, aperte ad ogni ora (sandwiches a chaque heure le jour et la nuit). Rue Garibaldi, indicata da un cartello stradale come Garilbaldi, poca gente sui marciapiedi, le bottiglie di birra in mano. Negozi dalle insegne vecchie, e dalle serrande sporche di smog. Alimentation generale, dice la scritta sulla tenda verde di un negozio con delle belle banane appese sotto la luce.
Sapori di terre lontane mischiate con la vita sempre in moto di questa città dalle mille facce. Si entra a Boulogne-Billancourt, il livello sale. Moderni condomini, le abat-jours dalla luce tenue accese dietro i finestroni. Stralci di vita altrui che per un istante sfiorano la mia. Pont de Sèvres. Il museo illuminato di un'improbabile luce blu, che nulla ha a che vedere con i colori naturali del palazzo. Inquietante. La strada arrampica. Versailles è vicina, ma non è la mia meta.
8 commenti:
le notti a parigi sono come certe musiche. vorresti non finissero mai.
@lapo: alcune notti sono come notti a parigi... ;)
Credo che,in una sera a Parigi e, con un tipo di "stato d'animo",avrei descritto ogni cosa come hai fatto tu.Magari "immaginando" con furore o con discontinuità alla Chopin.
Godi di tutto,comunque e,se ti capitasse di passare davanti al Café Richelieu,indugia col pensiero.Tempo fa avevo l'abitudine di scrivere lì nelle pause delle molte attese.Mirka
e al tuo fianco.. due labrador :)
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