Tante emozioni oggi. Commozione davanti ad alcuni quadri che non ricordavo di aver mai visto dal vivo, assoluta neutralità di fronte ad opere celeberrime.
Il sole che faceva capolino illuminando l'Arno con lame di luce sempre più resistenti, fino a trasformare la giornata in Aprile, per me che abito attorno a Milano. Il museo praticamente vuoto, molto comodo da godere. Incrocio la collezione della pinacoteca con la storia, e mi rendo conto del perché della sua ricchezza su alcuni periodi, e della totale assenza di altri. Ma, in fondo, la cosa non mi turba più di tanto.
Esco dal museo, e cammino con il naso per aria, guardando i palazzi del cinquecento, la loro armonia, la bellezza pura e severa. Mi dirigo al convento di San Marco. Mi emoziono sempre alla volta della scala che sale alle celle. Quando meno te l'aspetti, ti trovi innanzi un'annunciazione di una bellezza struggente. Il Beato Angelico. Ogni cella è decorata da questo pittore, prodromo del rinascimento. Ammiro rapito.
Accanto a me un gruppo di persone. La loro guida, un signore con qualche anno più di me, molto distinto, racconta con intelligenza i dettagli delle opere. Si, raffinato, senza dubbio.
Poi, improvvisamente, una folgorazione. Sta parlando in veneto! Non in dialetto, no. Sta parlando in veneto colto.Sta parlando con proprietà di arte usando una lingua che troppo spesso significa solo caricatura di grossolanità Un veneto senza le inflessioni provinciali (sarà di Padova o di Venezia?), con la fierezza della lingua. Un gruppo di persone piovuto nel nostro tempo dritto dritto dalla Venezia del Cinquecento.
Sorrido pensando come la cultura attraversi le forme, e scenda dritta nel cuore delle persone. Di quelle che sanno ascoltare e capire le emozioni.
Il sole che faceva capolino illuminando l'Arno con lame di luce sempre più resistenti, fino a trasformare la giornata in Aprile, per me che abito attorno a Milano. Il museo praticamente vuoto, molto comodo da godere. Incrocio la collezione della pinacoteca con la storia, e mi rendo conto del perché della sua ricchezza su alcuni periodi, e della totale assenza di altri. Ma, in fondo, la cosa non mi turba più di tanto.
Esco dal museo, e cammino con il naso per aria, guardando i palazzi del cinquecento, la loro armonia, la bellezza pura e severa. Mi dirigo al convento di San Marco. Mi emoziono sempre alla volta della scala che sale alle celle. Quando meno te l'aspetti, ti trovi innanzi un'annunciazione di una bellezza struggente. Il Beato Angelico. Ogni cella è decorata da questo pittore, prodromo del rinascimento. Ammiro rapito.
Accanto a me un gruppo di persone. La loro guida, un signore con qualche anno più di me, molto distinto, racconta con intelligenza i dettagli delle opere. Si, raffinato, senza dubbio.
Poi, improvvisamente, una folgorazione. Sta parlando in veneto! Non in dialetto, no. Sta parlando in veneto colto.Sta parlando con proprietà di arte usando una lingua che troppo spesso significa solo caricatura di grossolanità Un veneto senza le inflessioni provinciali (sarà di Padova o di Venezia?), con la fierezza della lingua. Un gruppo di persone piovuto nel nostro tempo dritto dritto dalla Venezia del Cinquecento.
Sorrido pensando come la cultura attraversi le forme, e scenda dritta nel cuore delle persone. Di quelle che sanno ascoltare e capire le emozioni.
11 commenti:
"Cultura" non è che un'incontro di radici che con meraviglia si scambiano il "differente" sapere e...più non si finisce.
Suggestivo il tuo tracciato ricco di "nuovo" mescolato al "vecchio" visto con altri occhi,stato e da altra prospettiva.Che il tuo giorno "buono" continui col primo "ciao" inviato col sapore di lavazzaoro.Mirka
@mirka: hai colto quello che volevo suggerire..
consiglio. galleria dell'accademia, michelangelo buonarroti. non tanto il davide, quasi sei metri di bianco di carrara assolutamente belli ma troppo visti, consunti dagli sguardi e dall'iconografia. bensì i prigioni, la forza dell'arte che esce dalla materia, la forza della materia che racchiude già in sé l'arte.
bellissimo questo pezzo. ti stai scongelando e rivelando..appreciate. per te. davvero. la non anonima.
@anonimo(lapo, immagino): hai perfettamente ragione. La geografia e i geni ti aiutano, ma tu ci hai messo molto della tua sensibilità artistica..
@i.: mica sono un bastoncino findus! :)
C'è nulla da scongelare :)
eh eh ormai a furia di frequentarmi stai diventando madrelingua veneto hahahaha, ti insegnerò qualche "trucchetto" per distinguere i diversi dialetti :)
C'è questo da scongelare... le reazioni. sempre e solo con me. (come il gelo d'altra parte). ma va bene. l'importante è il maglione. caldo. usato. tramagraffiato.
@lala: già me li hai insegnati: il finale in in, on, an :) sembrano campane :) :)
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