martedì 20 novembre 2012

Credibile come la storia della cicogna

Il sequestro Spinelli, se ce ne fosse bisogno, aiuta a gettare altre ombre sulla figura non certo limpida del nostro ex Presidente del Consiglio.
I fatti, come sono stati raccontati finora, sono questi: il mese scorso il ragionier Spinelli - cassiere di Berlusconi e ufficiale pagatore del nugolo di giovani donne che popola la vita dell'ex premier - viene aggredito mentre rientra a casa sua da una banda di malviventi e sequestrato una notte in casa sua. Al mattino i sequestratori salutano cordialmente e se ne vanno, lasciando che qualche minuto dopo arrivi un manipolo di gorilla mandati da Berlusconi a rilevare Spinelli e consorte. Però il sequestro non viene denunciato se non due giorni più tardi, e in questo lasso di tempo Berlusconi cancella ogni impegno costituzionale, adducendo un'influenza che ricorda alcune simili malattie sovietiche degli anni che furono.
Trapela che i sequestratori, già che ci sono, vogliano pigliare due piccioni con una fava e vendere al Cavaliere anche un po' di documenti scottanti a suo favore riguardo all'affare Lodo Mondadori, dove la giustizia italiana ha dato il peggio di sé, riuscendo a condannare Previti per corruzione, ma non Berlusconi quale mandante, pur condannandolo ad un maxi risarcimento come indennizzo per l'appropriazione indebita della società.

Ora, anche armati delle migliori intenzioni, la storia è credibile come quella della cicogna. Non si è mai visto nella storia un rapimento con segregazione a domicilio - un rischio enorme da correre, evitabile con facilità. Ancor più incredibile che i sequestratori, avendo fatto parlare Spinelli con Berlusconi il mattino seguente, se ne vadano salutando, sicuri di aver ottenuto ciò che desideravano (cosa? un riscatto? un contatto con l'ex premier? documenti?). Spinelli, appena libero che fa? va da Berlusconi, e si ricorda di denunciare il tutto solo dopo due giorni, durante i quali il suo principale sparisce da ogni impegno, e l'onnipresente Ghedini si mette a lavorare. Insomma, come dicono dalle mie parti, la riscostruzione "se l'è vera l'è na gran bala".

Cosa ci sia dietro tutto questo non lo so. Che tutta la faccenda puzzi di falso da cima a fondo penso non lasci dubbi a nessuno. Che obblighi la Procura di Milano a riaprire l'inchiesta sul Lodo Mondadori per accertarsi che i presunti documenti esistano è altrettanto sicuro (e chissà mai che questo non porti a riconsiderare il processo civile in corso e bloccare il maxi risarcimento?). Per il resto si può continuare solo a pensare che la pulizia, da tempo, non abiti più da queste parti.

4 commenti:

raffaella ha detto...

Ancora? ma lo volete lasciare in pace questo pover'uomo. E' tutta una messa in scena della magistratura che ce l'ha su con lui. Un'altra trovata della Bocassini o di certa stampa di sinistra. Basta, la si deve smettere. Che non lo sai che esiste una nuova generazione di sequestratori? Si vede che il caffè offerto dalle vittime era particolarmente e quelli sono rimasti piacevolmente sorprei.
Certo che i bambini non li portano le cicogne. Lo sanno tutti che crescono sotto ai cavoli.
Raffaella

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@raffaella: effettivamente hai ragione. I sequestratori hanno sicuramente liberato sulla parola gli Spinelli, dopo averli amabilmente affabulati per una notte, sicuri di ricevere 8 milioni (così pare) in capo a poco. Certo, molto verosimile.

Ma no, in verità sono stati racimolati 8 milioni di euro in contanti nell'arco di una notte, e consegnati al mattino. Dove si trovavano questi 8 milioni? Forse nel deposito di zio Paperone! :D

Anonimo ha detto...

cioè cioè fammi capire, niente cicogna? ahahaahahahahahahahrgggggh, ho sbagliato tutto nella letterina a babbo natale e nel fax allo zio di Ruby

Ilmondoatestaingiù ha detto...

@minnie: eh, no! Come ci ha spiegato Raffaella, sti cavoli!!!! :D :D